Malinovskyi Player of the month

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Eugenio Sorrentino

Una serie importante di gol e assist, sostenuta da prestazioni convincenti, è valsa a Ruslan Malinovskyi il plebiscito di voti per il titolo di “Player of the month”. Il centrocampista ucraino, finalmente decisivo negli ultimi venti metri come mai era capitato da quando è arrivato a Bergamo, si è ritagliano un ruolo che si addice alle sue caratteristiche. E’ apparso evidente come sia rimasto confinato a lungo nel ruolo di vice-Gomez e abbia dovuto fare i conti con una fastidiosa ernia addominale e il Covid-19 (che non è una passeggiata), ma nel volgere di un poco tempo dopo essere tornato disponibile, il lavoro di limatura svolto da Gian Piero Gasperini ha dato i suoi frutti. A 28 anni Malinovskyi sembra avere trovato la condizione ideale per affermarsi. Il mister, valorizzandolo e tirandone fuori il meglio dell’espressione tecnica, ha vinto l’ennesima scommessa. D’altronde, le avvisaglie positive c’erano già state nel girone di ritorno della passata stagione, quando ha messo a segno sette reti. Se l’Atalanta aveva dovuto battere la concorrenza della Roma per portarlo a Bergamo nel 2019, ora Malinovskyi sarebbe appetito da altri grandi club. Il trequartista ucraino ha raggiunto la maturità tattica che Gasperini voleva. Lo storico gol segnato alla Juventus, che ha consentito all’Atalanta di tornare alla vittoria con i bianconeri in campionato dopo vent’anni, checché se ne dica non è frutto del caso, perché poco prima del sinistro al veleno che ha gonfiato la rete alle spalle di Szczęsny, Malinovskyi aveva indirizzato un calcio di punzione all’incrocio dei pali con grande forza e precisione. Ora, nel finale di campionato della stagione che potrebbe regalare all’Atalanta il piazzamento più prestigioso della sua storia, l’ucraino dal sinistro esplosivo in termini di finalizzazione e felpato per confezionare assist ai compagni, appare decisamente l’arma in più a disposizione di Gasperini. La sua qualità e duttilità contribuiscono all’efficacia del gioco, sia con la difesa a tre che con il modulo 4-2-3-1. E il comportamento tattico, che obbedisce alle esigenze e risponde alle mosse dell’avversario di turno, aiuta la squadra a sfruttare il talento dei suoi attaccanti e favorire gli inserimenti da dietro, creando quella superiorità indispensabile a scardinare le difese più chiuse. Probabilmente Malinovskyi, senza essere l’uomo da cui dipendono i destini della squadra, interpreta in modo corretto il dispositivo ideato di volta in volta da Gasperini.

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