Totti meravigliao e la Roma va

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E’ il caso di dire “Grazie Roma” e non tanto perché abbia battuto la Fiorentina e in antagonismo al colore viola, quanto per l’atteggiamento della squadra di Zeman che, al cospetto di quella modellata da Montella, ha esaltato lo spirito vero del calcio, fatto di piedi buoni, corsa e geometrie belle a vedersi. Lo stadio Olimpico è stato teatro, in una rigida serata invernale, di uno spettacolo entusiasmante e chi ama il gioco del pallone non può che andare con la memoria alle stagioni epiche del nostro campionato. Roma-Fiorentina è stata partita vera, con una mezza dozzina di gol (quattro per i giallorossi e due per i viola), e risultato apertissimo fino alle ultime battute di gioco, quantunque la squadra capitolina abbia costruito ben più della pur armonica formazione ospite e sia andata vicino al bersaglio almeno un’altra mezza dozzina di volte. Protagonista indiscusso della serata romana è stato un giovanotto di 36 anni, Francesco Totti, che non si fa problemi se il vento tiro e il campo riserva qualche buca di sabbia qua e là. Dopo l’apertura delle marcature per merito del greco Tachtsidis (preferito a De Rossi a sua volta impiegato con profitto nell’ultima parte di gara), bravo a inserirsi in area su palla inattiva e schiacciare di testa il pallone che Castan ha corretto in rete alle spalle dell’imbambolato portiere Viviano, è stato proprio il capitano giallorosso a mettere a segno l’uno-due che ha permesso alla Roma di gestire il risultato. Il pareggio della Fiorentina, infatti, è arrivato quasi subito con la difesa giallorossa che si è fatta letteralmente sorprendere da uno schema su calcio di punizione che ha liberato ben tre giocatori viola davanti al portiere Goicoechea, costretto ad assistere al tap in di Roncaglia. Dopo 5’ è stato proprio Totti ad aprire in area per Destro che ha rimesso in mezzo per il capitano, implacabile nel controllo e tiro di esterno destro. Pollice alle labbra e Roma tornata in vantaggio. Al portiere Viviano è toccato riscattarsi sulle conclusioni ravvicinate di Pjanic e Destro, ma poi si è arreso una seconda volta alla magia del numero 10 giallorosso. Dopo aver visto l’orologio correre verso la tacca del 45’, Totti ha deciso di liberare il suo destro dai trenta metri e la scelta è stata felice perché il pallone ha piegato le mani di Viviano consentendo di andare al riposo sul 3-1. Una doppietta che consente a Totti di salire a quota 221 reti in serie A, appena quattro meno di Nordahl, secondo marcatore di sempre alle spalle dell’inarrivabile Silvio Piola (290).

Il merito della Fiorentina e di Montella è stato quello di riaprire la gara al 1’ della ripresa con El Hamdaoui (subentrato a Olivera che nel primo tempo ha rischiato il rosso per un pestone a gioco fermo a Pjanic) che di testa ha sorpreso la difesa raccogliendo un delizioso cross di Borja Valerio, il migliore dei viola. Montella ha potuto contare sull’apporto prezioso sulla fasce di Pasqual e Quadrado, quest’ultimo retrocesso dalla linea offensiva a quella mediana, e avuto conferma del peso di Rodriguez in funzione di perno difensivo. L’aria dell’Olimpico non ha esaltato l’ex Aquilani e neppure Toni, che con la Roma ha sfiorato uno scudetto. Quanto a Viviano, il tecnico viola avrà molto da lavorare sotto l’aspetto mentale con il suo portiere. La Roma, invece, è apparsa più forte delle polemiche, vere e presunte, e il tempo sembra dare ragione a Zeman, che difende le sue scelte e comincia a raccoglierne i frutti. Con Pjanic messo in condizione di esprimere tutto il suo talento sulla fascia destra e Destro al centro dell’attacco, nel secondo tempo Totti ha ripreso a spaziare tra il centrocampo sostenuto da Bradley, Tachtsidis e Florenzi, e gli ultimi venti metri, dove puntuale si è sovrapposto Balzaretti sulla fascia sinistra. La spinta della Roma non si è mai esaurita, anche quando al 20’ del secondo tempo Tachtsidis e Fiorenzi hanno lasciato il posto a Perrotta e De Rossi, quest’ultimo chiamato a svolgere il compito di interdizione e sostegno da mediano basso. La sua presenza in panchina non è stata ben digerita, ma il suo comportamento in campo è risultato professionalmente e tecnicamente ineccepibile, come si conviene ai grandi calciatori. Al 28’ la partita poteva essere chiusa se il guardalinee non avesse ravvisato un fuorigioco inesistente su calcio di punizione di Totti pennellato in area per il colpo di testa di Destro, che manca il pallone contro la traversa. Pronta la ribattuta in rete di Marquinos che è arrivato alle spalle. A una manciata di minuti dalla fine Montella gioca la carta Seferovic al posto di Toni. E al 42’ succede di tutto, con Goicoechea che prima ha deviato in angolo una conclusione di Seferovic e poi è uscito a vuoto su tiro dalla bandierina, consentendo ad Aquilani di calciare a rete. Sarebbe stato il pallone del 3-3 e il classico gol dell’ex, se Bradley non avesse respinto prima della linea bianca. Invece la Roma, improvvisamente traballante, si è data subito una scossa ed è ripartita all’attacco con Totti, impeccabile a confezionare l’assist vincente per Osvaldo, subentrato a Destro poco prima della mezz’ora della ripresa. L’attaccante italo-argentino, ex viola, ha segnato d’impeto il quarto gol ed è corso ad abbracciare proprio Destro. Se questa è la Roma, allora il campionato è destinato a diventare ancora più bello e acceso. Zeman promette: la risalita è appena iniziata.

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