Nonno, figlio e nipoti: tutti campioni di bocce che giocano nella Verdellese

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di Alessandro Zanoli
La singolare storia dei cugini Simone Destro e Anthony Sorarù merita di essere raccontata; i due giovanissimi boccisti dalla Serenissima sono arrivati in Bergamasca per difendere i colori della Verdellese, insieme al nonno Lorenzo e a Stefano (papà di Simone e zio di Anthony).

Bocce
Anthony Sosarù e Simone Destro

Simone, il più giovane dei due con i sui 22 anni, è stato il primo ad avvicinarsi al mondo delle bocce, alla tenera età di 5 anni papà e nonno gli avevano già trasmesso la passione e le emozioni che questo sport può offrire; il suo percorso iniziò con l’aiuto di un maestro che gli insegnò tecnica e strategia di gioco, ma le lezioni di vita e la dedizione al mondo delle bocce le ha imparate successivamente sul campo al fianco di suo papà e suo nonno.

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Anthony, 26enne, è la new entry del gruppo, infatti gioca da circa 6-7 mesi, spinto dalla passione che nonno Lorenzo gli ha trasmesso nelle innumerevoli volte in cui il ragazzo ha assistito alle sue partite.

Entrambi i due giovani boccisti hanno capito la fondamentale importanza dell’allenamento, che sta alla base delle loro vittorie ed è grazie alla costanza nella preparazione che entrambi hanno assunto consapevolezza dei propri punti di forza e dei punti deboli, inoltre hanno appreso l’importanza del lavoro di squadra, imparando così anche come aiutarsi a vicenda nelle reciproche difficoltà. Recentemente hanno ottenuto grosse soddisfazioni.

«Al termine delle gare vinte non si torna a casa – ha raccontato Simone -, si va dritti in qualche locale a bere e festeggiare con gli amici divertendosi in compagnia, ma senza far tardi perché già versoi le 22-22.30 bisogna già andare a riposarsi per ricaricare le energie e dare il massimo nelle gare dei giorni successivi».

Il quartetto non si ferma mai e ci «si muove quasi sempre insieme», infatti si sono già iscritti a diverse gare nella loro zona, la gara nazionale a Padova e l’individuale di Scanzo di fine agosto nella quale potrebbero sfidarsi anche tra di loro.

Se accadesse Simone punterebbe sulle sue caratteristiche di essere giocatore completo cercando però di moderare il suo carattere irruento, solitamente tenuto a bada dal cugino. Mentre Anthony cosa farebbe?

«Mi affiderei al mio carattere più riflessivo – ha risposto – e sull’accosto. Devo invece lavorare sulla raffata che mi consentirebbe di giocare anche con nonno Lorenzo; siamo due puntisti e quindi in questo momento non saremmo competitivi».

A questi giovani boccisti non manca assolutamente nulla: hanno talento, passione, determinazione e umiltà per comprendere i propri limiti. Cos’altro potrebbe servire?
«Non stancarsi mai di allenarsi – ha sottolineato Anthonyperché non si smette mai di migliorare».