Il decimo oro per fare la storia

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La decima medaglia d’oro della spedizione azzurra alle Olimpiadi di Tokio è quella che riscrive la storia e consegna l’atletica leggera italiana ai fasti dei Giochi a cinque cerchi. La staffetta 4×100 maschile, con Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu, passa alla storia. E non per caso. Nazioni che vivevano nell’onnipotenza della velocità, come Stati Uniti e Giamaica, si sono arrese e chi si era chiesto come fosse stata possibile la vittoria di Marcell Jacobs sui 100 metri ha avuto la riprova della forza e della potenza distribuita nel quartetto azzurro. I quattro velocisti sono stati autori della gara perfetta, conclusa con un tempo magistrale (37”50), che abbassa ulteriormente il record italiano e lo avvicina alle migliori prestazioni di sempre: quinto crono a livello assoluto, secondo europeo. Lorenzo Patta, da promettente under 23 a primo frazionista, ha impostato la prima curva in modo perfetto se si tiene conto che si correva in ottava corsia. Semplicemente da manuale il cambio con Jacobs, che si è involato sul rettilineo di fronte prima di cedere il testimone a Fausto Desalu nella frazione che ne ha esaltato le caratteristiche di duecentista. Ma l’eroe di giornata è sicuramente Filippo Tortu, autore di una progressione costante che gli ha permesso di rimontare il britannico Nethaneel Mitchell-Blake. Frequenze irresistibili quelle di Tortu, che ha messo il petto davanti sopravanzando l’avversario diretto di un solo centesimo. Quanto è bastato per passare alla storia. Se Patta e Desalu dimostrano che il movimento dell’atletica leggera, piegato dai lunghi giorni della inoperosità cui ha costretto la pandemia, si è pienamente rilanciato, offrendo il giusto premo ai sacrifici, l pianto liberatorio di Filippo Tortu, consapevole di un’impresa incredibile, testimonia quanta attesa ci fosse per queste Olimpiadi. Escluso dalla finale dei 100, si è preso la rivincita in attesa di riavvicinare lo straordinario Marcell Jacobs, l’uomo più veloce del mondo. La 4×100 torna sul podio olimpico dopo 73 anni e lo fa salendo sul gradino più alto, fra lo stupore e l’ammirazione del mondo. Ammirazione che sicuramente starà vivendo da un altro osservatorio il grande Pietro Mennea. Questa vittoria è anche la sua rivincita.

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