di Marco Cangelli
La sconfitta patita nei 100 metri sembra avere fatto scattare qualcosa dentro a Martina Caironi.
La 33enne di Bergamo è scesa nuovamente in pedana ai Mondiali di atletica leggera paralimpica e si è aggiudicata la medaglia d’oro nel salto in lungo T63.
La finanziera orobica è tornata sul tetto del mondo dopo sei anni dal titolo conquistato a Londra nel 2017 e che si aggiunge a quello aggiudicato a Lione nel 2013 sfruttando appieno la propria esperienza che le ha evitato di deconcentrarsi in una gara caratterizzata dalle numerose interruzioni causate dalla sistemazione della pedana.
Sfruttando al meglio l’impianto di Parigi dove lo scorso anno realizzò il record del mondo, la portacolori delle Fiamme Gialle ha aperto la competizione iridata atterrando 4,66 metri alle spalle soltanto della svizzera Elena Kratter (4,67 metri).
Dopo un salto nullo, la fuoriclasse bergamasca è volata a 5,17 metri volando al comando della kermesse transalpina prima di migliorarsi nuovamente di un centimetro al tentativo successivo e garantirsi il successo con il record dei campionati.
“Domani mi sono conquistata l’inno, mi daranno quella medaglia tanto ambita, l’oro. È stata una gara difficile, cambiava il vento. Tra la gara dell’altro ieri, lo shock delle Charlies, tornare ad un campionato del mondo che mi mancava dal 2017, ho sentito qualcosa di potente. È bello perché lo sport è capace di dare lacrime, gioie e una trans agonistica pazzesca – ha spiegato Caironi dopo la gara -. Nei primi due salti mi sono quasi spaventata anche se sapevo di valere molto. Il 5,18 mi ha dato sicurezza ma non si sa mai cosa possono fare le avversarie, quindi ho sempre cercato di migliorare la prestazione. C’è stato tanto sacrificio per arrivare qui, voi vedete solo questi attimi di gara ma dietro ci sono settimane e settimane, mattine e mattine di lavoro col mio allenatore che finalmente ha potuto sorridere. Gli ho regalato la mia pettorina e si è fatto il segno della croce. Dietro ci sono anche i tecnici delle protesi che fanno un lavoro importante, all’ultimo ci può essere qualcosa che non va e loro sono qui. Anno dopo anno migliorano per farci migliorare“.
Seconda piazza per l’elvetica Kratter che ha conquistato l’argento con la misura di 4,91 metri, mentre la campionessa paralimpica in carica Vanessa Low non è andata oltre il bronzo atterrando a 4,90 metri.
Caironi non ha dimenticato di ringraziare tutti coloro che l’hanno seguita in questo percorso che l’ha vista emergere alle Paralimpiadi di Londra 2012 e che la vedrà nuovamente il prossimo anno protagonista nella capitale della Francia come confermato dal pass centrato proprio ai Mondiali.
“Sapere che ti stanno guardando in tanti attraverso la Rai e che qua ci sono le persone che ami, mio marito, i miei genitori, il mio allenatore, sua moglie, una mia amica, senti che non lo stai facendo solo per te, ma anche per tanti che non conosco – ha concluso Caironi -. Adesso che sono più tranquilla ci tengo a dire che, dopo la medaglia d’argento nella velocità, ho riflettuto sul fatto che la società ci spinge tanto a dover eccellere e lo sport è questo. Io mi alleno per vincere, però calmi tutti, bisogna guardarsi anche da fuori. Io mi sono fatta il mazzo per essere qui. Oggi è andata così e per fortuna ce l’ho fatta a mantenere il sangue freddo dopo il nullo e il primo salto scarsino. Bisogna stare sul pezzo“.