Basket: NCAA Kentucky trova Kansas per l’ultimo ballo.

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Spettacolo allo stato puro per i 75.000 del SuperDome a New Orleans. L’America si ferma per assistere alle Final Four NCAA 2012 e visto quanto hanno offerto in campo i ragazzi delle 4 Università impegnate è impossibile non fare altrettanto. Si parte, la sfida fra Kentucky e Louisville è il confronto fra due veri e propri guru del mondo cestistico universitario che non si amano di certo, John Calipari ritrova Rick Pitino. Il primo può fare affidamento su di un quintetto che non ha nulla da invidiare rispetto ad alcuni starting five del piano di sopra, un mix di talento e forza fisica come da anni non se ne vedevano. Il secondo ha”sacrificato” il proprio carattere di duro e rude “marine” del parquet per affidarsi totalmente nelle mani di una squadra che sente quanto mai propria. Le dichiarazioni alla fine del trionfale successo nel torneo della Big East (” questo, dopo quello della nascita dei miei figli, è il giorno più felice della mia vita!”), rilasciate da un coach che ha già assaporato il successo finale nel gran ballo, non possono fare altro che trasmetterci quanto il grande Rick “ami” davvero i suoi ragazzi. E come non potrebbe visto che a fronte di una qualità e quantità di talento decisamente inferiore ad altre contendenti, questo gruppo fantastico è riuscito ad arrampicarsi fino ad un passo dal paradiso. Peccato per loro che a guardia dell’ultimo gradino ci sia Antony Davis, tuttaltro che comodo come ultimo ostacolo. La partita è bellissima e fin dall’avvio Kentucky fa capire perchè sia la favorita al titolo. Prima con il lavoro delle guardie Lamb (10) e Teague (5 assist), poi con il solito fatturato di Davis (18, 14 rimbalzi e 5 stoppate il suo tabellino finale) si prende la testa della contesa, finendo avanti di 8 il primo tempo (35-27). Louisville tira male (finirà con il 35% dal campo contro il 57% degli avversari) e soprattutto non riesce a fare entrare in partita il proprio leader emotivo Peyton Siva (11 alla fine ma con 4/11 dal campo e soli 3 assist). Ma i Cardinals non mollano davvero mai ed aggrappandosi anche ai rimbalzi in attacco (ben 16), rientrano punto dopo punto per raggiungere il 49 pari sulla prima ed unica tripla del ritrovato Siva. Behanan (10, 9 rimbalzi) e Dieng (7, 12 rimbalzi e 4 stoppate) non saranno dei fenomeni, ma sanno approfittare dello spazio in area lasciato da Davis che vola letteralmente ad aiutare tutti gli esterni battuti in penetrazione, lasciando però ampie voragini che i propri compagni faticano a colmare. Ora coach Calipari, appare in difficoltà, ma dal mazzo escono due nuovi assi: il senior Darius Miller (11) sale in cattedra e con l’apporto di un ritrovato Kidd-Gilchrist (9, tutti negli ultimi 10 minuti di gioco) rida’ fiato alle ambizioni dei Wildcats ( 60-51 a 4′ dalla fine con un parziale di 11 a 2). La Pitino -band non si vuole arrendere e torna a -5 con 60 secondi sul cronometro, ma l’ultimo tentativo disperato di press si conclude con una schiacciata in alley-oop sull’asse Gilchrist-Davis. E’ la fine di un sogno su di una panchina, l’inizio del trionfo sull’altra. Per Kentucky ora l’ultima sfida sarà con Kansas, i Jayhawks sono infatti riusciti ad avere la meglio su Ohio State 64-62 in rimonta dopo aver chiuso il primo parziale sotto di 9 punti (25-34). Per i Buckeyes di Jared Sullinger (13, 11 rimbalzi), una amara delusione certificata dal terrificante 8/33 dal campo dopo l’intervallo lungo. I ragazzi di coach Self hanno invece ritrovato qualità nel gioco ( troppe le 9 palle perse nei primi 20 minuti) e dominio sotto i tabelloni (54-40 il computo finale). Solida e solita prestazione per Travis Releford ( 15 punti, con 2 soli errori dal campo e 6 rimbalzi), mentre Tyshawn Taylor, visto le difficoltà in fase realizzativa (3/14 la percentuale da brivido) ha pensato bene di “armare” al meglio i compagni (9 assist al bacio). Proprio il numero 10 in maglia biancoblu è l’immagine di questa squadra, che fa e disfa a piacimento la tela come una moderna Penelope. Sopra di 3 punti a 9 secondi dalla fine, recupera la palla che può significare la vittoria, ma non sa resistere alla tentazione di un assist, “regalando”la palla agli attoniti compagni in panchina. Cosi’ sul 64-61, Aaron Craft (11) ha ancora in mano la palla della speranza, fallo immediato e due tiri liberi. Il “motorino” di Ohio State realizza il primo e sbaglia appositamente il secondo per conquistare il rimbalzo in attacco, ma gli arbitri fischiano una correttissima infrazione, concedendo la rimessa dal fondo a Kansas che termina con la palla del trionfo fra le mani. Ora la vera superstar di questa squadra, Thomas Robinson (19, 8 rimbalzi) potrà provare a regalare alla sorellina un titolo NCAA, che entrambi potranno dedicare alla madre ed alla nonna, decedute nel corso della stagione scorsa. La storia che ha commosso l’America potrebbe avere davvero un finale da favola, ma dovremo aspettare lunedi notte per scoprirlo.

forbes

( commento di Luca Polesinanti )