Era la squadra favorita, quella che doveva trionfare e così è stato, ma come spesso succede nello sport, non sempre il pronostico e le attenzioni portano al gradino più alto del podio, anzi. Le pressioni aumentano, con esse le frizioni e per ragazzi di 19 anni, il punto di “implosione”è dietro l’angolo. Se però sulla tua panchina siede un autentico “mago” della gestione come John Calipari, tutto può divenire più semplice e certamente più divertente. Questo deve aver detto ai suoi ragazzi il coach alla caccia del primo anello NCAA, “andate in campo e divertitevi!”, perchè la quantità di talento fisico e tecnico è tale da non temere nessuno sul parquet che non abbia sulle maglie il logo di Jerry West. Il SuperDome di New Orleans è gremito (quasi 75.000 spettatori) ed è la degna cornice per l’ultimo atto della stagione 2012. Dopo un inizio incerto ed equilibrato, Kansas comincia a trovare con sempre più difficoltà la via del canestro e lascia spazio alla transizione mortifera dei Wildcats, che armano le mani dei propri terrificanti esterni. Teague (14) e Kidd-Gilchrist (11) segnano con continuità e danno il la al primo significativo break interrotto solamente dalla sirena dell’intervallo (41-27). Purtroppo per coach Self, Antony Davis è ancora fermo a quota 0 e per il secondo tempo non promette nulla di buono. I Jayhawks sono straordinari nella capacità di rimanere attaccati alla partita, poggiandosi sulle spalle di Thomas Robinson (18, 17 rimbalzi) e sul talento del duo Taylor (19)- Johnson (13). Sotto i tabelloni l’intensità e gli scontri sono degni di un incontro fra pesi massimi ed è bello constatare una volta tanto che gli arbitri si limitano ad arbitrare (e bene) senza manie di protagonismo. Si arriva quindi in “zona Kansas” con le squadre ancora a contatto e la prima tripla del torneo messa a segno da Taylor (1-21 il poco lusinghiero totale da oltre l’arco!), sembra segnare un deciso cambio di rotta, ma Doron Lamb (22) spara due triple da infarto e riporta a distanza di sicurezza la propria squadra.Manca sul palcoscenico ancora un protagonista, il più atteso, il numero 23 in casacca bianca ha decisamente voglia di vittoria. Giunto a 3 minuti dalla fine con un terrbile 0-9 dal campo e con un solo punto realizzato dalla linea della carità, Davis (6, 16 rimbalzi, 5 assist e 6 stoppate) realizza il primo canestro con un jumper di grande qualità dal mezzo angolo e poi realizza glacialmente il 2/2 dalla lunetta che chiude in pratica la contesa (a fine gara lo aspetta il meritato titolo di MOP). Grandi feste per l’Università di Kentucky che si aggiudica l’ottavo titolo NCAA (seconda solamente agli 11 successi di UCLA) e torna a tagliare l’ultima retina dopo 14 anni (ultimo successo nel 1998). Degno finale per un magnifico torneo che ci ha permesso di scoprire grandi talenti, al passaggio obbligato per diventare campioni nel mondo NBA. In attesa del prossimo Draft, le emozioni e le grandi storie del college basketball ci danno appuntamento alla prossima stagione.
( commento di Luca Polesinanti )