Grazie Roma…

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DATOME~1Conclusa la prima serie di semifinale, con Roma che ritrova la finale dopo 5 anni ed ora attende la vincitrice della sfida ad alta tensione fra Varese e Siena. L’unico titolo “dista” ormai 30 anni e si può davvero indicare la squadra capitolina come un esempio da seguire, in questi tempi di grande incertezza economica, visto che ad Agosto 2012, ancora non si dava per certa la presenza del basket di alto livello sotto l’ombra del Colosseo. Un autentico capolavoro costruito dal presidente Toti, dal gm Alberani e dal coach Calvani, schivo, poco incline al palcoscenico, ma grande lavoratore, che in poco più di una stagione e mezza ha saputo portare i giallorossi ad un passo dallo scudetto. Ad uscire sconfitta dalla bolgia del palaTiziano è la Lenovo Cantù, che arriva quasi come “vittima sacrificale” nel catino infuocato, consumata più degli errori di gara 6 che dareali possibilità sprecate nella gara decisiva. Andrea Trinchieri, grande uomo di sport, ammetterà con onestà, che la vittoria di Roma è stata più che meritata, con una condotta di gara impeccabile, sempre avanti nel punteggio come mai le era capitato nei precedenti 6 confronti. Dominio sotto i tabelloni con Lawal (15 punti e 11 rimbalzi) a fare la voce grossa contro un irriconoscibile Tyus, a cui il coach biancoblu lascia fin troppo credito. Leunen un fantasma, Mancinelli e Cusin poco più che comparse, il reparto “lunghi” dei canturini produce poco o nulla e provoca la falla che porta all’inevitabile affondamento. Intendiamoci, Roma è una signora squadra, gli esterni Goss (16) e Taylor (18+5 assist) hanno talento, Datome (9) se ritrova una condizione fisica accettabile è reduce da una stagione da MVP non per caso, ed i lunghi offrono un mix impeccabile di tecnica e forza fisica (Jones 14 e 6 rimbalzi). Il tutto va “arricchitto” da una considerazione magari banale, ma fondamentale. Roma difende e lo fa’ alla grande, con tutti quanti, con grande intensità con grande cuore e se è arrivata fino a qui, non è stato certo per buonasorte. Ora non resta che ricaricare le pile e prepararsi all’ultima “impresa”, ma, parole di Calvani, “questa sarà comunque una stagione indimenticabile”, come dargli torto?

( commento di Luca Polesinanti )

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