Azzurro atalantino

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La convocazione in Nazionale di quattro calciatori atalantini colora di azzurro il ferragosto della Dea e premia valori e qualità che la società ha saputo creare e la squadra esprimere sul campo. In tre hanno provato la gioia dell’esordio, fornendo il proprio contributo in proporzione al tempo giocato. Amichevole di lusso, avversario l’Inghilterra battuta al recente Europeo, persa in modo immeritato giacché il pareggio avrebbe meglio rispecchiato i meriti. Cesare Prandelli ha ben sfruttato questa occasione per saggiare la capacità degli esordienti di reggere l’impatto e confermarsi all’altezza del campito. La carta stampata ha avuto a disposizione 24 più 24 ore per esprimere un giudizio quanto più oggettivo e ponderato, rivelatosi al contrario piuttosto stringato in particolare nei confronti di Federico Peluso. Chiamato a sostituire Balzaretti sceso in campo con evidenti acciacchi, Peluso ha disputato i 48’ del secondo tempo meritando la sufficienza (decisamente bugiardi e preconcetti gli implacabili 5 apparsi sui quotidiani nazionali). E’ arrivato tardi in nazionale, ma le sue 28 primavere rappresentano la stagione della maturità supportata dalla freschezza atletica. Peluso interpreta il ruolo di esterno sinistro in chiave moderna, ma nella migliore tradizione dei terzini che nel passato hanno rivoluzionato la fascia, abbinando alla fase difensiva l’apporto offensivo lucido e inciviso, mai improvvisato. Al suo esordio in azzurro gli è capitato di andare vicino al gol (un passo di troppo verso la porta inglese dopo un eccellente inserimento) e all’autorete (salvato dalla reattività di Sirigu e dal palo), ma al di là dei due episodi si è distinto per interventi decisi. Insomma, ha dimostrato di sentirsi sicuro e concentrato, anche in occasione di una scivolata verso la linea di fondo sui piedi di Milner, poi favorito dal rimpallo. Forse i critici gli avrebbero risparmiato l’insufficienza se avesse indossato già la maglia di una squadra blasonata. Tuttavia, conta soprattutto e solo il giudizio di Prandelli, che ha visto in Federico Peluso le qualità superiori apprezzati da molti allenatori.

Manolo Gabbiadini si è regalato uno spezzone di secondo tempo affiancando prima Destro, promosso a pieni voti, e poi Fabbrini. E’ andato vicino al gol, confermando la sua straordinaria destrezza in area di rigore. Ha senso di inserimento e tempestività nello scatto breve, ergo va assecondato. Ma l’intesa non può nascere d’embleée, è appena entrato nel giro azzurro e può restarci per molti anni se saprà confermare le sue doti a suon di gol nelle prossime stagioni.

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Non giudicabile Ezequiel Schelotto, al quale sono stati concessi pochi minuti e costretto a giocare basso per poi tentare un paio di volte la discesa sulla fascia destra. Da rivedere, dunque, sempre con l’impegno a dimostrare continuità in campionato.

Prandelli si è tenuto Consigli in panchina. Gli inglesi hanno sostituito il loro portiere, il ct azzurro ha confermato tra i pali Sirigu, decisamente in ritardo sulla conclusione balistica in diagonale di De Foe che ha deciso il match. Per il numero uno atalantino ci saranno altre occasioni e tempo per accrescere la propria esperienza.