Buuu razzisti e il Milan se ne va

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DV1156982Il terzo giorno del 2013 avrebbe dovuto convogliare l’attenzione dei calciofili sulla campagna trasferimenti invernale, ovvero su quello che, da sempre, viene definito mercato di riparazione. Invece la cronaca riferisce di un episodio deprecabile, che rovina il clima amichevole e di festa sportiva che una gloriosa società come la Pro Patria aveva allestito sullo storico campo di Busto Arsizio per l’arrivo delle prestigiose casacche del Milan. Se gli sportivi autentici rileggessero le pagine epiche del calcio d’inizio secolo passato, scoprirebbero quanto valore racchiudesse la sfida tra rossoneri e bustocchi che indossano la maglia a strisce orizzontali bianco-blu. Invece la riedizione del confronto all’alba del 2013 finisce per essere interrotta miseramente a causa dei cori razzisti di un manipolo di cosiddetti tifosi della Pro Patria. Duecento provocatori che hanno preso posto allo stadio Speroni tra i tremila spettatori presenti, insultando a ripetizione i giocatori di colore della squadra di Allegri e rovinando la festa a chi si era riproposto di godere lo spettacolo della sgambata rossonera prima della ripresa del campionato.

Una serie di “buuu” senza soluzione di continuità all’indirizzo di Emanuelson, Muntari, Niang e, in particolare, Boateng. Proprio di quest’ultimo è stata la reazione più esasperata, allorquando dopo mezz’ora di gioco ha scagliato il pallone verso il settore dove gli accaniti personaggi, profeti della stupidità e dell’antisportività condita di insano razzismo, si sono sistemati. Quando Boateng ha infilato la via degli spogliatoi, tutta la squadra del Milan lo ha seguito senza esitazione. Una decisione amara ma inevitabile, quando non ci sono le condizioni per disputare una gara all’insegna del rispetto e secondo i canoni etici dello sport. Il calcio paga un altro pesante dazio all’ennesima, cruenta espressione di offese razziste. Nessuno, men che meno una cittadina dall’illustre tradizione sportiva e forte del suo patrimonio culturale e industriale.

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