Doppio Batolelli, Germania kaputt

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Il cielo di Varsavia si tinge d’azzurro così com’è accaduto nel 2006 a Berlino, quando la Nazionale ha superato la Germania in semifinale. Il rito si ripete con rinnovato entusiasmo all’Europeo 2012 grazie agli Azzurri di Prandelli, che confezionano una prestazione di alto livello consentendo a Mario Balotelli di esplodere e segnare una fantastica doppietta destinata a passare alla storia. L’Italia si qualifica per la finale di Kiev con pieno merito e conferma la tradizione che vuole la Germania mai vincente contro gli azzurri in partite ufficiali. Ci vuole tutta la calma e la determinazione per impedire ai tedeschi di affondare. La squadra di Prandelli ci riesce giocando per vie centrali e imponendo la qualità del centrocampo e la compattezza difensiva, con Cassano pronto ad accorciare e far salire la squadra. Un capolavoro tattico, sostenuto dalla forma e lucidità degli azzurri, confermati per 9/11 nella formazione che ha piegato nei quarti l’Inghilterra con l’innesto di Chiellini schierato a sinistra con Bonucci confermato in coppia con Barzagli davanti a Buffon e lo spostamento a destra del mancino Balzaretti al posto dell’infortunato Abate. La risposta dei prescelti è da ritenersi semplicemente fantastica. Una vittoria costruita anche dallo staff sanitario azzurro, che ha accompagnato il recupero di pedine importanti come Chiellini e De Rossi, il cui contributo è determinante per gli assetti e gli equilibri della squadra. Il romanista, insieme a Pirlo il metronomo e Marchisio il fondista, è una garanzia in fase di interdizione e ripartenza. Montolivo offre prove di personalità e sicurezza in posizione da trequartista. Le doti innate di Batolelli e Cassano sono l’arma in più in mano al ct. Per avere ragione dell’avversario non può mancare la necessaria dose di fortuna nelle battute iniziali del match, quando la Germania tenta di mettere in gabbia gli azzurri confezionando due grosse opportunità, con Pirlo che respinge il pallone sulla linea di porta e Barzagli che rischia l’autogol. Archiviato il primo quarto d’ora, l’Italia assume decisamente l’iniziativa scrollandosi le indecisioni. Al 20’ Mario Batolelli fa centro di testa raccogliendo un cross dalla linea di fondo di Cassano, bravo a destreggiarsi e confezionare un assist perfetto per il compagno d’attacco. La zuccata è di quelle potenti, data con la fronte, che non lascia scampo al portiere tedesco, letteralmente impietrito. E la rabbiosa esultanza di SuperMario è come un grido di battaglia. Low preferisce Podolski e Gomez a Klose e Reus ma la Germania non riesce a reagire e l’Italia prende campo. L’azione del raddoppio al 36’ nasce da una respinta di pugno di Buffon e pallone raccolto da Montolivo, autore di uno splendido lancio in profondità che consente a Balotelli di prendere in contropiede la difesa tedesca e involarsi verso il portiere Neuer. Il tiro del numero 9 azzurro è di rara potenza e precisione: il pallone si infila all’incrocio dei pali, con Neuer immortalato in segno di resa. Nella ripresa Low ripropone Klose e Reus, ma gli azzurri dettano la propria supremazia interrompendo puntualmente le trame dei tedeschi e rendendosi pericolosi in contropiede. Buffon è bravo e attento a respingere i tentativi portati dalla distanza. Con Di Natale in campo al posto di Balotelli e Diamanti per Cassano l’Italia continua a macinare gioco e costruire occasioni per triplicare. Marchisio va due volte vicino al gol, ma nel finale la squadra azzurra commette l’errore di arretrare il baricentro e permettendo ai tedeschi di attaccare in massa. A risultato acquisito, nel 2’ dei quattro minuti di recupero, con l’Italia schiacciata in difesa, Balzaretti si aggiusta leggermente il pallone con il braccio sinistro in area, quel tanto che basta per indurre l’arbitro ad assegnare il calcio di rigore. Ozil trasforma ma non c’è più tempo e l’Italia stacca il biglietto per la finale di Kiev contro la Spagna. L’esultanza è giustificata. Buffon ,, da forte e saggio capitano, invita a conservare calma e concentrazione e, prim’ancora che al successo, riflette sulla gestione degli ultimi minuti e alle troppe opportunità concesse all’avversario. Quasi a dire: il gol preso su rigore in pieno recupero serva da lezione. L’Italia non vuole ripetere la beffa del campionato europeo 2000 quando in finale si fece raggiungere in extremis dalla Francia e battere dal golden gol nei supplementari.

 

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