Il Milan batte il Lecce e allunga a quattro punti il vantaggio sulla Juventus, fermata sul pareggio, non senza polemiche, dal Genoa a Marassi. C’è tempo Ibrahimovic nel successo dei rossoneri a San Siro contro il Lecce. Suo l’assist con cui Nocerino mette a segno quasi subito il gol del vantaggio nel primo tempo, così come il raddoppio che matura nella ripresa quando raccoglie il pallone in uscita dall’area e scaglia un tiro di rara potenza e precisione dove il portiere leccese Benassi non può arrivare. Per il resto tante azioni offensivi e conclusioni a rete che avrebbero potuto rendere il risultato ben più pesante per i salentini. Accanto a Ibrahimovic, in versione da pallone d’oro, c’è una squadra che gira e sembra aver dimenticato la brutta parentesi del primo tempo della gara di ritorno di Champions contro l’Arsenal . Tra gli elementi che fanno la differenza c’è sicuramente Emanuelson, che contende a Nocerino la palma di rilevazione di questa stagione. Insomma, al Milan c’è da stare Allegri. Non altrettanto in casa juventina, dove si respira un’atmosfera davvero pesante. Occasionissime sprecate a parte nella gara disputata a Marassi, i bianconeri reclamano un rigore, apparso netto, non concesso nel primo tempo e un gol annullato per un fuorigioco che sembra non esserci. I lamenti della Signora, a torto o a ragione, riecheggiano nel dopopartita e sui media. Nondimeno quelli del Genoa, che nel secondo tempo reclama per un leggero contatto in area di Marchisio sul tallone di Palacio impegnato a calciare a rete, ma soprattutto per un intervento in scivolata di Pirlo che interviene su Rossi lanciato in area bianconera. Dell’arbitro Rizzoli, così come del guardalinee Cariolato, si parlerà a lungo. La gara tra Genoa e Juve inizia con un miracolo di Buffon su inserimento di Palacio. Poi in campo c’è solo la squadra di Antonio Conte, in tribuna per squalifica e sostituito in panchina da Angelo Alessio. Prima Giaccherini sotto misura manda fuori davanti alla porta genoana, poi Frey si oppone alle conclusioni ravvicinate di Pepe e Marchisio. Quindi si arriva all’episodio incriminato, ovvero la vistosa strattonata di Carvalho ai danni di Matri in area, che non viene sanzionata. Prima del riposo Rossi copre su Matri, che ritenta la via della rete in apertura di ripresa. Nella ripresa accade di più, soprattutto di marca bianconera: una traversa di Vucinic, una palla maledetta di Pirlo all’incrocio dei pali che Frey alza oltre la traversa, un colpo di testa a fil di palo di Vucinic, un palo colpito a tu per tu con la porta genoana da Pepe, che poi si vede annullare un gol per fuorigioco dubbio. Ricordati i due episodi da rigore a favore del Genoa, l’ultima emozione è un’azione di Gilardino che evita Buffon in uscita ma calcia alto. A fine partita il presidente genoano Preziosi ammetterà che si tratta di un punto guadagnato. Alla Juventus non resta che rimettersi all’inseguimento del Milan con undici partite ancora da disputare.
I risultati più clamorosi arrivati dai posticipi che vedono Lazio e Udinese sconfitte rispettivamente dal Bologna, che passa all’Olimpico, e dal Novara, che ritrova l’allenatore Attilio Tesser e la vittoria che tiene in piedi una piccola speranza per rincorrere la salvezza. Le battute d’arresto contemporanee riaccende la lotta per il terzo posto, in cui si è inserito il Napoli e ancora sperano di partecipare le più staccate Roma e Inter. Il successo nel derby capitolino diventa presto un ricordo per la squadra di Reja, che crolla in casa perdendo 1-3 e chiudendo in nove uomini. Lazio sempre in balia del Bologna che va a segno con Portanova e raddoppia con Diamanti che ribatte da grande distanza nella porta vuota il pallone respinto di testa fuori area dal portiere Marchetti, intervenuto per anticipare Acquafresca. In precedenza lo stesso Diamanti colpisce la traversa direttamente dalla bandierina. Prima dell’intervallo Matuzalem viene punito con il cartellino rosso per una manata sul viso di Ramirez. Nella ripresa un maldestro retropassaggio di Rubin prende in contropiede il proprio portiere Gillet e si trasforma in una clamorosa autorete. La partita sembra riaperta, ma sul fronte opposto Ramirez s’invola verso la porta di Marchetti e un attimo prima che entri in area viene sgambettato da Gonzalez, espulso per fallo da ultimo uomo. Diamanti manda sulla barriera il conseguente calcio di punizione ma il giovane bolognese Khrin trova un rasoterra angolato e imprendibile per Marchetti. Dopo la mezz’ora entra in campo anche Marco Di Vaio, ex laziale, che partecipa alla festa bolognese. Un colpo di testa di Jeda al 16’ del primo tempo decide la sfida dello stadio Piola tra Novara e Udinese. I piemontesi disputano un primo tempo di grande spessore , impedendo ai friulani di sfruttare l’arma del contropiede. Nella ripresa la squadra di Tesser riesce a contenere la spinta offensiva dell’Udinese, che recrimina per un gol annullato a Danilo, apparso regolare. A Catania si fa festa, grazie al successo sulla Fiorentina, frutto di un calcio di rigore trasformato da Lodi. La squadra di Montella veleggia alle spalle della zona Europa League, ma contro i viola di Delio Rossi non è stata una passeggiata. Prima del gol partita la Fiorentina spreca una clamorosa occasione con Cerci, che poi impegna Carrizo in una difficile deviazione in angolo, quindi Amauri aggira il portiere etneo e calcia verso la porta sguarnita ma trova l’opposizione di Lodi in veste di difensore. Catania decisamente più determinato e con un quoziente di fortuna superiore che non guasta. La sconfitta costringe la Fiorentina, bisognosa di incamerare punti, a serrare i ranghi in vista dell’impegno casalingo contro il Milan. Il Siena infligge al Cesena una sconfitta interna che segna probabilmente la fine delle residue speranze di salvezza dei romagnoli. I toscani colpiscono con Brienza, che ribadisce in rete su azione susseguente a un penalty calciato da Terzi e deviato sul palo dal portiere Antonioli, poi raddoppiano con Bogdani. I romagnoli, rimasti in dieci in occasione della concessione del rigore, trovano nell’estremo difensore senese Pegolo un muro insuperabile. Finisce con un equo pareggio la sfida tra Atalanta e Parma con i bergamaschi in vantaggio nei primi minuti con Manfredini e raggiunti al 10’ della ripresa da un colpo di testa vincente del difensore Paletta. La squadra di Colantuono, rimaneggiata dalle assenze ma sempre all’altezza, prova a vincere spingendo anche nei minuti di recupero ma l’undici di Donadoni, benché affaticato dalla gara di recupero infrasettimanale, resiste all’assedio e difende il risultato che consente di distanziare la zona retrocessione di sei lunghezze.
Risultati 27a giornata: Milan-Lecce 2-0 Atalanta-Parma 1-1 Catania-Fiorentina 1-0 Cesena-Siena 0-2 Genoa-Juventus 0-0 Anticipi: Chievo-Inter 0-2 Napoli-Cagliari 6-3 Palermo-Roma 0-1. Posticipi: Lazio-Bologna 1-3 Novara-Udinese 1-0
Classifica: Milan 57 Juventus 53 Lazio 48 Napoli Udinese 46 Roma 41 Inter 40 Catania 38 Bologna 35 Palermo Chievo 34 Atalanta Genoa 33 Siena Fiorentina 32 Parma Cagliari 31 Lecce 25 Novara 20 Cesena 17