a cura della Redazione
In attesa che le squadre ricevano dalle autorità,
politiche e sportive, il via libera per tornare
all’attività agonistica, la Federazione Medico
Sportiva Italiana (Fmsi), appartenente al Coni e
unica Società Scientifica accreditata dal Ministero
della Salute per la Medicina dello Sport, ha stilato
un protocollo da mettere in atto quando quel
momento arriverà. Una serie di indicazioni,
rivolto alle federazioni, per la riammissione degli
atleti agli allenamenti: dai tamponi di controllo
per la positività al coronavirus ai test per
individuare eventuali immunità ai successivi
controlli di routine.
La Fmsi innanzitutto ha ritenuto consigliabile
proseguire lo stop agli allenamenti e alle gare per
le discipline dilettantistiche oltre il 13 aprile. Per
le discipline sportive professionistiche, ove si
ravvisino le condizioni per la ripresa, ha elaborato
sia il protocollo di screening ad hoc, da effettuarsi
prima della ripartenza in chiave di prevenzione,
sia i test per il monitoraggio constante delle
condizioni degli atleti, sia indicazioni generali per
la sicurezza degli ambienti sportivi, comprese
raccomandazioni specifiche nei casi di positivi al
virus.
Per gli atleti negativi o asintomatici sono
raccomandati esami (tamponi o altro test rapido in
via di validazione) ogni quattro giorni, mentre gli
atleti positivi al Covid-19 dovranno sottoporsi a
un’approfondita serie di esami per poi osservare un
periodo individuale di graduale ripresa nei
successivi quindici giorni e soltanto
successivamente iniziare gli allenamenti, sempre
sotto l’attento controllo del responsabile sanitario.
Per quanto riguarda le misure di protezione e di
sicurezza da osservarsi sia negli impianti sportivi
sia negli spogliatoi, sia nei locali comuni e nei
servizi igienici degli impianti stessi, ma anche
nella gestione delle relazioni all’interno della
squadra e con lo staff, la Fmsi farà seguire nei
prossimi giorni le opportune indicazioni.
“Dobbiamo considerare che il professionismo non è
solo la Serie A, ma anche la Serie B e la C. Ci sono
tante società, molto piccole, che hanno
problematiche di tipo economico, territoriale, di cui
bisogna tener conto – ha detto il prof. Enrico
Castellacci, presidente dell’Associazione italiana
medici calcio e medico degli azzurri campioni del
mondo nel 2006 – Nelle squadre più piccole non è
stato facile potersi preparare anche a casa: i
giocatori hanno bisogno di 15-20 giorni per
riprendersi”.