Paolo Casarin riceve il Premio Calligaris “Uomo di Sport e Cultura”. E racconta di quando fu licenziato dall’Eni

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Paolo Casarin, arbitro internazionale che ha raggiunto l’apice della sua carriera negli Anni Ottanta del secolo scorso, è salito da Milano a San Pellegrino a ritirare il premio che il Comitato Angelo Quarenghi riserva all’Uomo di sport e cultura, in memoria di Alfredo Calligaris.

All’Hotel Bigio sabato 19 agosto si sono riunite personalità del mondo sportivo bergamasco per tributare a Casarin il plauso che merita. Regista dell’evento il dott. Giampietro Salvi, gran cerimoniere, che riesce a portare a San Pellegrino numerose personalità ad ogni evento che organizza.

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Nella fattispecie i tavoli erano ricchi di sport, di calcio soprattutto, come Oscar Magoni (oggi ds del Renate), Antonio Obbedio (oggi ds dell’AlbinoLeffe) – chissà cosa si saranno detti in questo derby di Serie C, già intavolato prima del campionato -, Giancarlo Finardi (viceresponsabile del settore giovanile dell’Atalanta), Marino Magrin oggi osservatore dei giovanissimi per l’Atalanta.

Premio Calligaris
Kevin Bonacina, due arbitri donne accanto a Magrin e a Michèle Quarenghi (Foto E.P.)

Ma a far da corona a Casarin anche una tavolata di arbitri, tra cui spiccava Kevin Bonacina, neo promosso tra gli arbitri di Serie A e B (farà il suo esordio in B proprio settimana prossima), Nicola Radici (delegato Figc per Bergamo), Michela Macalli (agente FIFA), Clara Mondonico sapientemente coordinati da Leonardo Mazzoleni Bonaldi.

Difronte a questo parterre de roi il vicepresidente dell’Aia Alberto Zaroli ha introdotto le motivazioni che hanno portato il Comitato Angelo Quarenghi a scegliere Paolo Casarin quale uomo di sport e cultura nell’assegnazione del Premio Calligaris.

Premio Calligaris
Accanto a Casarin il dott. Salvi, Zaroli, la moglie, Clara Mondonico e il sindaco di S. Pellegrino (Foto Gianni Gritti)

Casarin è stato ed è ancora un modellatore di arbitri, una figura che ha anticipato i tempi, un visionario – ha sottolineato Alberto Zaroli -. Tanti temi di cui parliamo oggi Casarin li aveva già anticipati negli Anni ’90 e continua a essere un riferimento per la classe dirigente arbitrale. Lo aspettiamo come formatore, anzi, modellatore di arbitri“.

Paolo Casarin è uomo che ama raccontare e raccontarsi. Basta una lieve imboccatura perché apra la diga dei ricordi. Quando la madrina della giornata, la dottoressa Michèle Quarenghi, ha chiesto a Casarin quale fosse la partita più importante che abbia mai arbitrato, l’uomo ha raccontato un inedito da lasciare esterrefatti gli astanti.

Premio Calligaris
Paolo Casarin (Foto E.P.)

Nel 1982 – ricorda Casarinlavoravo all’Eni e fui chiamato ad arbitrare i Mondiali in Spagna. Poco prima di partire mi chiama il mio superiore e mi dice di prepararmi perché l’Eni mi avrebbe mandato in Venezuela a seguire i lavori, vista la mia preparazione e conoscenza del Sudamerica”.

“Risposi che in quel periodo non potevo prendere decisioni perché c’erano i Mondiali di calcio in Spagna”. E allora? Rispose il superiore, cosa centri tu? “Beh, sono stato scelto per arbitrare”. Va bene. Ti do 7 giorni di ferie. “Per la verità me ne servirebbero 40-50 di giorni”.

Casarin si reca a Madrid, arbitra Francia-Cecoslovacchia e Spagna-Germania. Finito il Mondiale torna in azienda. Viene chiamato e gli dicono: “In Venezuela ne abbiamo mandato un altro perché non potevamo aspettare. Ma ora fai i bagagli e cercati un altro lavoro”. In pratica fu licenziato dopo 25 anni di onorato servizio. Trovò poi lavoro a Intesa San Paolo dove vi rimase per trent’anni.

Casarin sintetizza il ruolo dell’arbitro in un concetto solo: “Arbitrare significa essere onesti con se stessi”. E ha indicato la strada ai giovani arbitri presenti dicendo loro di procurarsi un lavoro e di non lasciarsi traviare per la vil moneta.

Casarin che oggi ha 83 anni, una moglie bergamasca al suo fianco, ha arbitrato qualcosa come 500 parite di calcio professionistico, di cui 100 di livello internazionale, 200 di Serie A, 150 di Serie B e 50 di Coppa Italia. Dei Mondiali abbiamo già raccontato, vanta anche una finale di Coppa delle Coppe nel 1985 e una finale del campionato europeo delle nazionali Under 21. Chiude la sua esperienza internazionale arbitrando una gara del Campionato europeo nel 1988: Inghilterra-Olanda.

Chiusa l’esperienza arbitrale ha continuato la sua attività mettendo a frutto la sua esperienza nelle commissioni arbitrali della Fifa, dell’Uefa, al Centro della Figc a Coverciano, girando un po’ per il mondo e commentando alcuni fatti calcistici in radio e televisioni nazionali.

Paolo Casarin premiato come uomo di sport e di cultura aggiunge il proprio nome sul’albo d’oro di questo premio, che è alla sua seconda edizione, dopo Ferretto Ferretti, preparatore atletico.