Orrori arbitrali

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“Two is meglio che one” recitava una pubblicità diventata tormentone e subito presa in prestito quando è maturata l’idea di prevedere gli arbitri di porta e creare la cosiddetta cinquina di giacchette non più nere ma sempre più spesso gialle. Cinque paia di occhi dovrebbero vedere meglio di tre, a meno di aberrazioni. Sta di fatto che il turno domenicale di serie A del 28 ottobre è destinato a passare alla storia come uno dei più disastrosi, per una serie di decisioni concomitanti e puntualmente smentite dall’occhio della telecamera. E’ vero, e lo sosteniamo da sempre, che la partita unica e vera è quella che si gioca in campo con il giudizio assunto in tempo reale. Ma i casi verificatisi travalicano la moviola e sfociano nel parossistico. Cominciamo da Catania, dove la squadra di casa passa regolarmente in vantaggio con Berghessio, ma il gol viene annullato dopo un minuto e mezzo di confabulazioni tra direttore di gara, guardalinee e arbitro di porta. Su assist di Marchese, l’attaccante del Catania è in evidente posizione regolare e nessuno dei suoi compagni tocca il pallone, dunque la rete è valida quando riprende il pallone respinto dal palo e lo mette in rete. Non per il guardalinee Maggiani, considerato tra i più affidabili, ma che si ripete quando è la Juventus a segnare il gol partita con Vidal, viziato da precedente fuorigioco di Bendtner non visto.

Finisce 1-0 per i campioni d’Italia che, dopo la giusta espulsione per doppio giallo del catanese Marchese, costruiscono numerose palle gol e inanellano il 48esimo risultato utile consecutivo, mantenendo la testa della classifica e rintuzzando il Napoli, vittorioso nel posticipo serale al San Paolo contro il Chievo. Decide Hamsik, sempre più leader dei partenopei privi nella circostanza di Cavani, ma anche in questa partita ci sarebbe un evidente fallo da rigore su Pellissier non ravvisato dall’arbitro.

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Decisamente meno discusso il successo dell’Inter a Bologna. Il 3-1 firmato da Ranocchia, Milito e Palacio appare limpido e Stramaccioni può godersi il record condiviso con il mago Herrera, che nel 1961-62 ottenne sette vittorie consecutive, e quello assoluto di bottino pieno esterno. Fuori casa i nerazzurri hanno vinto le ultime otto partite. Un bel ruolino di marcia in attesa di incontrare la Juventus. Nell’Inter le conferme sono quelle del clan argentino (Cambiasso, Samuel, Zanetti, Milito, Palacio), le sorprese quelle di Mudingayi, roccia di centrocampo, e Juan Jesus, uno che cementa la difesa e sostiene le ripartenze. Ora l’Inter è la terza forza del campionato e nel prosieguo chissà.

Tornando ad analizzare gli abbagli, a Firenze l’arbitro annulla un gol regolare di Mauri, visto in fuorigioco dal guardalinee che sbaglia di grosso, quando i viola erano in vantaggio per 1-0 grazie a una formidabile rete di Ljalic. La squadra di Montella merita il successo e lo arrotonda con Toni, in grande spolvero. Ma l’episodio contestato resta e i laziali perdono pure Ledesma e Hernanes, espulsi per gioco falloso.

Andiamo a Roma, dove la squadra di Zeman atterrisce l’Udinese nella prima mezz’ora ed è già tanto che segni solo due volte con Lamela. Poi il baricentro difensivo giallorosso arretra e non sostiene i reparti avanzati, atteggiamento contrario alla logica zemaniana, e i friulani abili in contropiede mettono Di Natale un paio di volte pericolosamente davanti a Stekelenburg, poi accorciano le distanze su palla inattiva con Domizzi, prima di pervenire al pareggio nella ripresa con Di Natale. Francesco Totti è sempre più il faro della Roma, ma non basta. Finirebbe in pareggio se l’arbitro di porta appostato dalla parte giallorossa non inducesse il direttore di gara a decretare il rigore per un contatto tra l’udinese Pereyra e Castan, invertendo la dinamica dell’azione. Segna ancora Totò Di Natale che arriva a quota 157 reti, più di Gigi Riva, Pippo Inzaghi e Roberto Mancini, e l’Udinese passa all’Olimpico per 3-2. Ma la Roma paga soprattutto le sue colpe, già evidenziate in occasione delle precedenti sconfitte. Per completare il quadro negativo arbitrale, ci sarebbe fuorigioco di Abate nell’azione del gol decisivo di El Shaarawy per il ritorno al successo del Milan.

Due importanti vittorie esterne: quella del Parma a Torino (3-1) con gol dell’esordiente Nicola Sansone, cresciuto nel Bayern Monaco ma figlio di genitori foggiani, del ritrovato Amauri e dell’ex romanista Rosi, mentre Basha firma allo scadere il gol della bandiera granata; quella del Cagliari che passa a Marassi contro la Sampdoria con l’ex Dessena, complici gli errori in fase conclusiva dei blucerchiati. Senza reti le partite tra Siena e Palermo, con i rosanero spreconi, e tra Pescara e Atalanta, con la squadra di Colantuono che gioca in dieci la seconda parte sfiorando la vittoria ma deve fare i conti con la scarsa prolificità dell’attacco.

Risultati 9a giornata: Bologna-Inter 1-3 Catania-Juventus 0-1 Fiorentina-Lazio 2-0 Milan-Genoa 1-0 Napoli-Chievo 1-0 Pescara-Atalanta 0-0 Roma-Udinese 2-3 Sampdoria-Cagliari 0-1 Siena-Palermo 0-0 Torino-Parma 1-3

Classifica: Juventus 25 Napoli 22 Inter 21 Lazio 18 Fiorentina 15 Roma 14 Parma Udinese 12 Catania Cagliari 11 Milan Sampdoria 10 Torino Genoa Atalanta 9 Pescara 8 Bologna Palermo Chievo 7 Siena 3