Avrà sorriso indubbiamente davanti alla tv Papa Francesco, compiaciuto delle splendide giocate di Higuain, autore di un gol e di un assist vincente per i due gol che hanno consentito all’Argentina di sbancare lo stadio Olimpico nell’amichevole contro gli azzurri di Prandelli. Ma non avrà potuto fare a meno di plaudire al colpo da biliardo di Insigne che ha permesso all’Italia di accorciare le distanze e rendere meno amara la sconfitta, così come meravigliarsi allorquando tre balzi felini del portiere Marchetti, subentrato a Buffon nella ripresa, hanno impedito alla Selecion di fare tris. La partita in onore del Pontefice restituisce al calcio la sua atmosfera ancestrale, permette di apprezzare le giocate sui due fronti e compiacersi delle qualità tecniche dei protagonisti e dell’impegno agonistico. Mancano personaggi assoluti come Messi e Balotelli, il ct Prandelli centellina l’apporto di coloro i quali saranno chiamati in campo nel match valido per la supercoppa italiana tra Lazio e Juventus, ma è comunque partita vera, sentita e corretta. Il piatto della bilancia pende dalla parte dell’Argentina, che conferma il suo grande potenziale. L’Italia soffre, come sempre, il male di amichevole e dovrà ritrovarsi in vista delle gare di qualificazione al mondiale in Brasile. Per fortuna degli azzurri, il contropiede argentino non è stato implacabile, altrimenti si parlerebbe di pesante e ingeneroso passivo. Nel contempo, per sfortuna e per errore tecnico arbitrale, l’Italia non ha centrato il pareggio perché a metà ripresa, sullo 0-2, dopo un calcio di punizione di Diamanti stampatosi sulla traversa su deviazione del portiere Andujar, Aquilani davanti alla porta si è visto annullare un gol regolare essendo stato rimesso in gioco da un tocco volontario di Mascherano su tiro di Insigne. La nuova regola non è stata applicata. Poco male, ma attenzione in futuro. Prandelli ha tenuto Pirlo e Bonucci in panchina, ha fatto giocare Verratti che deve ancora crescere e maturare nel ruolo di regista basso, Marchisio e l’ottimo Candreva solo nel primo tempo, ha sperimentato De Rossi centrale nella difesa a quattro senza ottenere le risposte positive di Euro 2012 quando indietro erano in tre e il giallorosso giganteggiava, ha ottenuto confortanti riscontri da Montolivo e Diamanti entrati nel secondo tempo, ha preso atto delle straordinarie capacità di Insigne, al quale sono bastati i 20’ finali per meritare la palma di migliore in campo tra gli azzurri. L’Argentina ha uno spessore che non lascia dubbi, andrebbe attaccata e quando gli azzurri lo fanno creano buone occasioni. Higuain ha mostrato le sue qualità approfittando di un errato disimpegno di De Rossi, che ha servito inavvertitamente il compagno di club Lamela, per mettere a segno il primo gol al 20’ di gioco. Il raddoppio argentino, al 3’ del secondo tempo, ha messo la partita decisamente in salita. Poi solo il tiro a giro di Insigne, degno di Del Piero dei tempi migliori. A conti fatti, Rafa Benitez ha buoni motivi per sorridere e sollazzarsi. Higuain e Insigne sono due attaccanti principeschi e il tecnico del Napoli sogna di rivederne spesso le prodezze. Quando a Prandelli, ha bisogno di giocatori in condizione e dell’apporto di Mario Balotelli. Ma l’amichevole con l’Argentina lascia comunque un grande sorriso a tutti i protagonisti e al pubblico, quello dello stadio e gli spettatori davanti alla tv.