Via Guardiola, la Spagna si consola

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Dopo un lustro di successi, tredici in totale nel calcio fantasmagorico di matrice blaugrana, Pepe Guardiola lascia, cambia vita, sembrerebbe voler prendere una pausa, anche se fuori dalla porta c’è la fila di presidenti pronti a fare ponti d’oro al tecnico spagnolo. Così fu due anni fa per Mourinho, ma in modo assai diverso. Mou lasciò l’Inter all’apice del successo totale, con l’impronta del triplete, sapendo di sedere sulla panchina del Real Madrid con cui sta per conquistare lo scudetto. La decisione di Guardiola, che sostiene sia stata presa già a inizio stagione, matura dopo aver fallito l’obiettivo della finale di Champions League con quella che ancora viene considerata la squadra più forte del mondo. Probabile che un ciclo, ovvero una certa interpretazione del calcio, sia da considerarsi finita e lo stesso Barcellona dovrà rivedere certi schemi, rivelatisi vulnerabili, pure in presenza di campioni come Messi. Campioni, non automi. Facile immaginare quale risiko l’addio di Guardiola possa scatenare tra i grandi club europei.

La Spagna, che sognava una Champions contesa da Barcellona e Real Madrid in quella che sarebbe stata ribattezzata la partita del secolo, si consola con l’Europa League, che sarà appannaggio dell’Atletico Madrid e quello di Bilbao. La squadra della capitale, allenata dall’ex interista e laziale Simeone, si è disfatta del Valencia. Vinto un derby, ecco quello più importante con il Bilbao di Bielsa, che si è sbarazzato dei cugini portoghesi dello Sporting Lisbona. L’edizione 2012 della Europa League sarà ricordata come quella dominata dalle squadre della penisola iberica: tre spagnole e una portoghese protagoniste delle semifinali. Un assaggio di quello che sarà il Campionato Europeo per Nazioni? I pronostici sembrano indicare la Spagna contro tutti. Ma tutte le altre compagini, Italia in testa che se la ritroverà nel girone di qualificazione, sono pronte a smentire.

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