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Giro handbike sulle Mura

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Federica Sorrentino

Scatterà da Bergamo l’undicesima edizione del
Giro Handbike 2020 e avrà come madrina
d’eccezione Norma Gimondi, figlia del mitico e
compianto Felice. La manifestazione è stata
presentata nella Sala del Tricolore del Comune di
Reggio Emilia, città sede della seconda delle sette
tappe, tutte concentrare in luoghi simbolo del
nostro Paese. La tappa inaugurale nella città di
Bergamo, il 19 aprile, sarà incentrata sul circuito
delle Mura. Quelle stesse mura che hanno visto
Gimondi sfidare Merckx e lanciarsi verso il
traguardo nel cuore della Città Bassa che avrebbe
tagliato vittorioso. Un ricordo nel ricordo per chi
ama il ciclismo in ogni sua forma. Dopo l’evento
reggiano, il 7 giugno, si arriverà a Messina due
settimane dopo, il 19 luglio a Roccaraso, il 13
settembre a Assisi, l’11 ottobre a Fiorenzuola e
infine a Montegrotto Terme il 18 ottobre.
«Il Giro Handbike è sempre più completo, in grado
di portare la sua splendida umanità e il suo
messaggio in tutti gli angoli del nostro Paese,
assolvendo a quel compito proprio dello sport che è
quello di contribuire alla crescita civile e sociale di
una comunità».
Così si è espresso Renato di Rocco, Presidente
della Federazione ciclistica italiana.
Il Giro Handbike, tra le manifestazioni più seguite
e longeve del panorama paralimpico italiano ed
estero, molto sensibile al tema dell’inclusione
sociale nello sport rivolto ad atleti con disabilità, si
presenta come una manifestazione sportiva, un
momento di festa, un’occasione di promozione del
territorio.
Nella storia del Giro Handbike spicca il nome del
bergamasco Giordano Tomasoni, atleta di
paraciclismo della Val Seriana in gara con i colori
della Polisportiva Disabili Valcamonica, il quale ha
trionfato nell’edizione 2014, indossato la maglia
rosa della categoria MH4 nell’edizione 2015 e
concluso con una vittoria di tappa a Baia Domizia
l’edizione 2016, confermandosi tra i protagonisti
della manifestazione nel 2017 e 2018. Il capitolo
personale di Giordano Tomasoni è emblematico
perché descrive ciò che una persona, alle prese con
la disabilità fisica sopraggiunta, riesce a recuperare
grazie allo sport paralimpico.
Cominciare a correre sulla handbike ha significato
per Giordano la graduale ripresa della propria
identità e i successi maturati su circuiti non meno
duri dei falsopiani della Val Seriana ne hanno
accompagnato la riconquista dei valori con cui
affrontare la nuova vita.

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