In mountain bike da bersagliere

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Gli ultimi chilometri di Marco Aurelio Fontana nella gara di mountain bike passerà alla storia come l’impresa degna di un passato da bersagliere. L’azzurro, quando lottava per la vittoria, ha perso il sellino ed è stato costretto a pedalare in posizione rialzata, riuscendo comunque a difendere la terza posizione che gli è valsa un meritatissimo bronzo. Impossibile contendere il successo al ceco Jaroslav Kulhavy, medaglia d’oro, che ha superato in volata lo svizzero Nino Schurter. L’Italia torna così sul podio in questa specialità dopo il doppio oro di Paola Pezzo ad Atlanta 1996 e Sydney 2000. In campo maschile gli uomini non erano riusciti a fare meglio del quinto posto .

Eroico fino in fondo, Marco Aurelio Fontana ha dato prova di costanza e grande determinazione, finendo staccato di soli 25 secondi dai primi e resistendo all’incalzare dello spagnolo Hermida e del sudafricano Stander. La svolta della gara si è verificata quando l’italiano, il ceco e lo svizzero stavano battagliando per definire i posti sul podio. Si è visto la sella staccarsi letteralmente e Fontana adeguarsi alla circostanza, tra l’incredulo e l’arrabbiato. Per regolamento la bici non può essere cambiata e allora non restava che spingere sui pedali con tutte le forze e cercare di restare in equilibrio sul percorso che tradizionalmente sottopone mezzo e biker a dure sollecitazioni. Fontana ce l’ha fatta e iscrive il proprio nome in quella storia epica delle Olimpiadi che parte proprio dalla prima edizione dei Giochi ospitati da Londra e dagli ultimi metri di Dorando Pietri nella maratona di oltre un secolo fa.

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