di Marco Cangelli
L’Istrian Spring Trophy lascia un pizzico di rammarico a Davide Persico. Il 21enne di Cene ha sfiorato il successo nel corso della terza e ultima tappa vinta dallo sloveno Tilen Finkst (Adria Mobil) sul traguardo di Umag.
In grado di resistere ai ritmi elevati che hanno caratterizzato la corsa croata, il portacolori del Team Colpack-Ballan non è riuscito a sfruttare al meglio il lavoro dei compagni di squadra dovendosi accontentare della piazza d’onore davanti allo svizzero Arnaud Tendon (Tudor Under 23).
“Un secondo posto di livello internazionale è sempre da tenere in considerazione. Peccato solo per il finale in cui mi sono fatto rimontare. Dalla Lunga mi ha lanciato ai 300 metri, forse un tantino presto, trovandomi così al vento in anticipo sulla volata ideale – ha spiegato Persico -. Inoltre, il vento contrario e la leggerissima pendenza hanno favorito il ritorno degli avversari che ai meno 30 sono passati avanti. Si tratta comunque di atleti di livello e molto veloci“.
A conquistare la classifica generale è stato l’olandese Tijmen Graat (Jumbo-Visma Development Team), che ha concluso la corsa a tappe con quattro secondi su Adam Ťoupalík (Elkov – Kasper) e otto su Darren Van Bekkum (Jumbo-Visma Development Team).
Top ten sfiorata per Sergio Meris (Team Colpack-Ballan), che ha dimostrato l’ottima prestazione della squadra di Almè, che ha dovuto fare i conti anche con l’infortunio di Alessandro Romele.
“Abbiamo avuto modo di passare 12 giorni all’estero, una specie di ritiro. Ognuno ha avuto le sue possibilità, non sempre siamo stati fortunati. Meris, giunto 14° nella generale, sta crescendo. Nella tappa in salita era tra i primi. Un piccolo guasto lo ha privato del piazzamento – ha sottolineato il direttore sportivo Flavio Miozzo -. Abbiamo ottenuto un 9° con Della Lunga, ma la vittoria poteva essere nostra. Ci è mancato per una caduta Alessandro Romele. Nel complesso tutti si sono mossi bene. Ora torniamo a casa con un ottimo lavoro nelle gambe e con fiducia. Come se avessimo sostenuto un ritiro. Siamo cresciuti con tutti“.