La BGY Airport Granfondo mette in mostra l’arte bergamasca di Emilio Belotti

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In vista dell’evento cicloamatoriale di domenica 14 maggio, l’organizzazione in collaborazione con la Fondazione Creberg ribadisce la sua passione per l’arte anche nell’anno di Bergamo Capitale Italiana della Cultura. L’artista prescelto per il 2023 il poliedrico Emilio Belotti.

La prima edizione della nuova BGY Airport Granfondo si lega alla sua città e alla sua storia: non solo nei percorsi e nell’organizzazione, ma anche a livello artistico. L’evento granfondistico bergamasco, in programma domenica 14 maggio, ha infatti ripreso la partnership con la Fondazione Creberg per dare spazio alle opere del versatile artista locale Emilio Belotti.

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Quella con la Fondazione Credito Bergamasco è una collaborazione nata nel 2007 con lo scopo di mettere in vetrina artisti della città e provincia di Bergamo. Negli anni si sono succeduti artisti di grande caratura nazionale e internazionale.

Nell’anno di Bergamo Capitale Italiana della Cultura (insieme a Brescia), la scelta del Comitato Organizzatore – in collaborazione con Angelo Piazzoli, presidente della Fondazione Credito Bergamasco – è ricaduta su Emilio Belotti.

BGY Airport Granfondo
La particella di Dio, di Emilio Belotti (Foto Fondazione Creberg)

Artista poliedrico, Belotti ha affiancato alle doti di pittore e alla figura di docente di disegno e storia dell’arte, anche l’attività di lavorazione del vetro e l’arte musiva. Nato a Castelli Calepio, in provincia di Bergamo, nel 1964, Belotti si è diplomato nel 1986 all’accademia di Belle Arti di Brera a Milano: le sue opere sono state esposte sia in manifestazioni fieristiche che in spazi privati e istituzionali in Italia, Austria, Germania, Svizzera e Stati Uniti d’America.

La sua passione per la storia dell’arte lo ha portato – su commissione della Fondazione Creberg che, per lui, ha organizzato importanti eventi itineranti – a reinterpretare grandi capolavori del passato, come quelli del pittore del ‘500 – anch’egli bergamasco – Giovan Battista Moroni, o quelli del veneziano Lorenzo Lotto, definito il “genio inquieto del Rinascimento”. L’arte di Belotti è, secondo Piazzoli, “gestita in modo intelligente e garbato, rispettoso e innovativo: l’artista non riduce il suo lavoro a un confronto con ciascun capolavoro originale, ma ne rilegge con sguardo contemporaneo l’opera di partenza, attraverso un uso libero ed emozionale del colore che mira a creare nuove narrazioni accentuando il senso plastico e la geometria strutturale della composizione”. (U.S.)