Presentato il Giro d’Italia 2023, una tappa a Bergamo

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di Marco Cangelli
Si prospetta una edizione del Giro d’Italia meno dura del recente passato, ma senza dubbio particolarmente spettacolare. La presentazione andata in scena a Milano ha infatti alzato il sipario sulla Corsa Rosa 2023 che prenderà il via da Fossacesia il 6 maggio e si concluderà tre settimane dopo a Roma al termine di una gara caratterizzata sia dal ritorno di vette iconiche come le Tre Cime di Lavaredo che da quasi settanta chilometri a cronometro.

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Fulcro della competizione tricolore sarà però la quindicesima tappa con partenza a Seregno e arrivo a Bergamo, una frazione disegnata quasi interamente nel territorio orobico e che segna il ritorno della kermesse nel nostro territorio dopo quasi quattro anni di attesa.

Posta al termine della seconda settimana, la frazione andrà in scena nella giornata di domenica 21 maggio con gli uomini di classifica pronti a sfidarsi per il Trofeo Senza Fine lungo i chilometri finali del Giro di Lombardia 2021 vinto da Tadej Pogacar.

Il veloce transito dalla Brianza rappresenterà infatti il preludio di una prova che strizza l’occhio ai favoriti per il successo finale, chiamati a superare in sequenza il Valico di Valcava prima di scendere verso la città e trasferirsi verso la salita di Selvino.

La picchiata su Sedrina accompagnerà il gruppo nuovamente nel capoluogo con transito sul traguardo e un primo passaggio sulla salita della Boccola, punto focale del circuito cittadino realizzato sulla falsariga di quando visto già un anno fa a Torino.

Trasferendosi verso la Valle Imagna gli atleti raggiungeranno Almenno San Bartolomeo per imboccare la salita della Roncola dal versante di Barlino e scendere nuovamente verso Bergamo.

Decisivo sarà quindi il secondo passaggio sulle ardue pendenze e il porfido presente poco dopo l’ingresso di Porta San Lorenzo che potrebbe far da trampolino di lancio per coloro che vorranno raggiungere a braccia levate il traguardo di viale Papa Giovanni XXIII e puntare a succedere nell’albo d’oro a Jay Hindley dopo aver completato i 191 chilometri in programma.

Chi vorrà provare a prenotare un posto sul gradino più alto del podio dovrà però fare attenzione sin dalla prima giornata dove è in programma una prova contro il tempo di 18,4 chilometri con arrivo in salita nel centro di Ortona, oltre alle insidie presenti nelle frazioni dedicate ai velocisti e al primo arrivo in quota posto a Lago Laceno.

Lasciatisi alle spalle il circuito di Napoli che aprirà il secondo weekend di gare, il lotto di favoriti dovrà affrontare il primo vero banco di prova del Giro, la Capua-Campo Imperatore di 217,7 chilometri conditi dai gran premi della montagna di Roccaraso e Calasco prima di salire sul Gran Sasso dove nel 2018 trionfò l’inglese Simon Yates.

Dopo avere vissuto il primo giorno di riposo, la Corsa Rosa inizierà la sua veloce risalita tagliando la penisola fra Adriatico e Tirreno fra tappe “trabocchetto” adatte alle fughe e ai finisseur e soprattutto la seconda cronometro di questa edizione, la nona tappa da Savignano sul Rubicone a Cesena, 33 chilometri ad appannaggio degli specialisti.

Questo spostamento verso nord culminerà nella tredicesima frazione con l’infinita ascesa al Colle del Gran San Bernardo (34,2 chilometri al 5,5 %) e lo sconfinamento in Svizzera con l’arrivo ad alta quota nella nota località sciistica di Crans Montana (15,9 chilometri al 7,2 %).

Il ritorno in Italia e il traguardo di Bergamo chiuderanno anche la seconda parte del Giro che ripartirà verso il gran finale con la sedicesima tappa caratterizzata dalla scalata al Monte Bondone dal versante di Ladeno preceduta dai passaggi sulle salite di Passo di Santa Barbara e Passo di Bordala.

La lotta per il trionfo finale si consumerà con ogni probabilità nel trittico in programma in Friuli Venezia Giulia con l’insidioso traguardo di Val di Zoldo nella diciottesima tappa, lo storico passaggio sulle Tre Cime di Lavaredo (9.5 chilometri al 7 %) nella diciannovesima e l’inedita cronoscalata Tarvisio-Monte Lussari nella ventesima.

Un percorso che ha stuzzicato la fantasia di un fuoriclasse come Vincenzo Nibali, vincitore sulle Tre Cime nel 2013 e che ha fissato un cerchio rosso sulla giornata dolomitica condita da salite che hanno fatto la storia del ciclismo internazionale come Passo Campolongo (4 km al 7 %), Passo Valparola (13,3 chilometri al 5,9 %), Passo Giau (9,8 chilometri al 9,3 %) e Passo Tre Croci (8,4 km al 7,1 %).

Presentazione Giro d'Italia
Nibali (Foto Marco Cangelli)

Quell’arrivo è stato magico perché sono riuscito a consolidare la maglia rosa, anche se abbiamo patito parecchio il freddo e per evitarlo abbiamo corso a velocità elevate – ha raccontato lo Squalo dello Stretto -. Provo grande emozione anche a rivedere il Giro del 2016 quando con Michele Scarponi e con l’Astana abbiamo ottenuto un risultato di squadra, un risultato difficilmente pronosticabile“.

A chiudere la corsa sarà un circuito su uno spettacolare circuito dei Fori Imperiali che consegnerà il Trofeo senza Fine nella mani, per certi versi, dell’erede di Nibali che per la prima volta non vivrà il Giro in corsa: “Probabilmente inizierò a percepire il mio ritiro in occasione dell’inizio della prossima stagione, ma guardandolo da corridore posso dire che è un Giro ben disegnato. Nonostante si possa guadagnar qualcosa a Campo Imperatore, la differenza si farà fra la seconda e la terza settimana con le tre Cime e quel terribile trittico per cui si dovrà risparmiare le energie“.

Presentazione Giro d'Italia
Cairo (Foto Marco Cangelli)

Sul palco del Teatro Lirico “Giorgio Gaber” insieme all’ultimo vincitore Jay Hindley, alla maglia blu Koen Bowman e alla maglia ciclamino Arnaud Demare è salito anche il presidente di RCS MediaGroup Urbano Cairo che non ha nascosto la sua passione per il ciclismo nata grazie alle imprese di Felice Gimondi.

Ricordo perfettamente la vittoria di Gimondi sulle Tre Cime nel 1967 così come il suo terzo Giro ottenuto dopo stagioni difficili nel 1976 a trentaquattro anni – ha concluso il dirigente piemontese -. Lui e Pantani hanno risvegliato la mia passione nel ciclismo, tuttavia ciò che mi colpisce maggiormente è il tifo presente lungo le strade della Corsa Rosa“.