La fortuna aiuta gli audaci

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Nella notte illuminata di Singapore, teatro del circo della F1, qualcuno è riuscito a intravedere il segno del destino buono. Un segno che riguarda Fernando Alonso e la Ferrari, che si assestano ancora una volta al terzo posto ma possono cantare vittoria, un pò per meriti propri di tenuta, un pò per malasorte altrui (leggasi Hamilton). Gli avversari della Rossa si autoeliminano o quasi dalla corsa per il Mondiale piloti, tutti eccezion fatta per Sebastian Vettel, campione iridato in carica che vince la corsa e accorcia il distacco da Alonso a 29 punti. Ancora tanti, ma abbastanza se nelle prossime sei gare la Ferrari riuscisse a piazzare almeno un paio di ruggiti, ovvero a tagliare per prima il traguardo, e per il resto salire sempre sul podio. Si è capito che in questo 2012 non vince la macchina più forte ma la più continua. Red Bull e McLaren sono rimaste attardate in qualche circostanze, addirittura a fermarsi in altre. A Singapore sulla McLaren di Hamilton si rompe il cambio proprio mentre l’inglese sta dominando la corsa. Ironia della sorta, il compagno di squadra Jenson Button arriva fino in fondo e si piazza alle spalle del vincitore. Vettel rompe il digiuno di vittorie dopo ben dieci gare!

A dare una mano ad Alonso ci pensa Michael Schumacher che al 39° giro tampona Vergne provocando l’ingresso della safety car, guadagnando, si fa per dire, una penalizzazione che gli costerà l’arretramento di dieci posizione alla partenza del prossimo Gran Premio di Suzuka, e consentendo al pilota spagnolo della Ferrari di conservare in buono stato le gomme ed evitare il terzo pit stop. Con il ritiro di Maldonado, Alonso è sul podio. La fortuna aleggia ancora dalle parti di Maranello, dove ora si deve lavorare alle soluzioni, aerodinamiche e non solo, per richiudere il gap con Red Bull e McLaren

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