RAI fa a pugni con il buon senso

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Pugilato, arti marziali come judo, karate e taekwondo, perfino la lotta. Discipline finite nel limbo, che la Rai ha deciso di non mandare in onda se in prima serata. La motivazione? Sport inadatti ai minori. Meraviglia che nell’elenco non abbiano inserito la scherma, con il dream team delle fiorettiste con Valentina Vezzali e la sciabola di Albo Montano elencati tra i portatori insani di armi letali. Peccato che si tratti di vere e proprie scuole d’arte sportiva. Mai sentito parlare di Nobile Arte, quando ci si riferisce alla scherma? Quanto alle arti marziali, non è forse vero che un numero sempre più grande di giovanissimo le pratichi con profitto senza per questo trasformarsi in spiriti violenti? Dimentichiamo che la lotta era un punto fermo delle Antiche Olimpiadi? E a proposito dei Giochi Olimpici, per molte ore diurne abbiamo assistito alle sfide sul tatami e sul ring, gioendo per una medaglia conquistata dagli azzurri. Passione e sacrifici sono i valori condivisi da quelli che ne hanno conquistato una. Quale tipo di messaggio malefico si nasconde dietro questi sport che si vuole ricacciare a ora tarda e non possono godere della platea del calcio? Il presidente del Coni ha ricordato, giustamente, che un podio su quattro a Londra 2012 è arrivato dalle discipline messe dall’indice dal palinsesto di prima serata della Rai. Oltre che essere una tesi incondivisibile, sostenere che arti marziali e boxe incitino alla violenza riflette una mancanza assoluta di cultura sportiva, educativa e formativa. Quanto alla fascia protetta, sorvoliamo su parolacce, sottointesi, blasfemie e lingerie che rimbalzano dagli schermi piatti prima e dopo il tg, non solo evidentemente sulle reti Rai. Qualcuno, dalle parti di viale Mazzini, non conosce a fondo le regole ferree che presiedono alla pratica delle discipline interdette. Scuole militari di grandi tradizioni insegnano le arti marziali per contribuire a sviluppare forme di autocontrollo. Un positivismo che si riscontra in tutte le palestre frequentate dai giovani in età scolare. La Rai ne fa una questione morale? Allora riveda l’intera programmazione cinematografica, facendo attenzione che nelle scene non si trovino riferimenti a pugilato o arti marziali. Nel recente passato abbiamo assistito, apprezzandole, a fiction di buon livello come quella dedicata a Primo Carnera, trasmessa in prima serata. Ora, però, è la Rai a prendere a pugni il buon senso.

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