Gigi Riva è un monumento del calcio, non solo italiano. Il suo nome riecheggiava negli stadi in un coro di ammirazione e la potenza del suo tiro indusse il mitico giornalista Gianni Brera a ribattezzarlo “Rombo di tuono”. Giggirriva, per dirla alla sarda, ha scelto di farsi adottare da Cagliari e dall’isola intera. Lui che, nato a Leggiuno in provincia di Varese, 70 anni fa, era rimasto solo troppo presto. Un attaccante come pochi altri negli anni in cui forse solo Pelè ha incantato di più. Tre volte capocannoniere tra il ’67 e il ’70, ha trascinato il Cagliari del allenatore-filosofo Manlio Scopigno alla conquista del titolo italiano. I suoi 35 gol in maglia azzurra hanno segnato i successi a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, culminati nel titolo europeo del ’68, nella storica semifinale di Messico ’70 vinta per 4-3 contro la Germania e nella finale per la Coppa Rimet persa con il Brasile. Era il calcio visto in bianco e nero alla Domenica Sportiva, ascoltato e commentato alla radio dalle voci di Enrico Ameri e Sandro Ciotti nei pomeriggi domenicali sempre alla stessa ora. Tra gli innumerevoli omaggi, significativi quelli attribuiti da due cagliaritani d’oggi. Zdenek Zeman gli ha dedicato un pensiero affettuoso sulla rivista ufficiale del Cagliari, Cuore Rossoblù: “Caro Gigi, quando arrivai in Italia per la prima volta eri il mio idolo. Un grande attaccante dal fisico incredibile è un tiro micidiale, un vero trascinatore. Hai scelto di rimanere in Sardegna dicendo no a tanti soldi: una decisione che merita rispetto”. Daniele Conti, capitano del Cagliari, si rivolge a Riva dicendogli: “sei stato un grandissimo campione, hai dato mille gioie ai tifosi del Cagliari e della nazionale, mi dispiace non avere avuto la possibilità di vederti giocare dal vivo: che spettacolo mi sono perso”.
Il ricordo in video della carriere di Gigi Riva: https://youtu.be/oY1exfNy224