La Sampdoria piange la scomparsa del bergamasco Gaudenzio Bernasconi

324

di Marco Cangelli
“Una stella in più nel firmamento blucerchiato”. Con queste parole la Sampdoria ha annunciato nella mattinata di martedì 10 gennaio la scomparsa di Gaudenzio Bernasconi, stella del calcio bergamasco e blucerchiato a cavallo fra gli Anni ’50 e ’60.

Originario di Ponte San Pietro, il difensore orobico si è spento all’età di novant’anni lasciando un vuoto nel cuore dei tifosi genovesi che non lo hanno mai smesso di amare, nemmeno al termine della carriera tanto da attribuirgli il soprannome “Orsacchiotto”.

forbes

Dopo aver compiuto i primi passi nel mondo del pallone sui campi della cittadina dell’Isola Bergamasca, Bernasconi ha vestito le maglie della Vita Nova e dell’Atalanta prima di approdare all’ombra della Lanterna nel 1954 dando vita a un sodalizio lungo undici anni.

Un periodo che ha visto il centromediano bergamasco vestire con continuità la maglia numero 5 tanto da realizzare una serie di record, dal numero di partite disputate consecutivamente (133 fra il 1955 e il 1959) a quello di sfide giocate in Serie A con la maglia della Doria, 334, che lo pongono al quarto posto nella graduatoria di tutti i tempi alle spalle degli eroi dello scudetto Roberto Mancini, Moreno Mannini e Pietro Vierchowod.

Statistiche che confermano il grande amore provato per la formazione presieduta da Marco Lanna tanto da ricoprire il ruolo da capitano e scendere in campo per 365 volte accompagnando la Samp anche nelle sue prime avventure europee in Mitropa Cup e nella Coppa delle Fiere, conquistandosi al tempo stesso la possibilità di indossare in sei occasioni la maglia azzurra della Nazionale.

Schivo e sensibile, Bernasconi non è mai riuscito a mettere a segno un gol nella massima serie, ma ciò non gli ha impedito di continuare a portare nel cuore la propria squadra anche negli ultimi anni di carriera disputati nelle Marche a cavallo fra Serie C e D con Jesi e Urbino dove ebbe modo di svolgere le prime esperienze come allenatore.

Dopo aver provato a intraprendere la carriera di tecnico fra gli Anni ’70 e ’80 con Foligno, Caratese e Verdello, il difensore orobico ha continuato a seguire la Sampdoria tramandando ai più giovani i propri ricordi sempre pieni di emozioni come mostrato in occasione dell’ultima apparizione sugli spalti di Marassi nel febbraio 2016.

Il simbolo di una bandiera che, a pochi giorni da Gianluca Vialli, lascia un vuoto incolmabile nel calcio italiano.