di Marco Cangelli
Studio e sport non sono due elementi in contraddizione fra loro, piuttosto un connubio da approfondire e coltivare sin da giovani. La conferma che i due campi possano convivere senza alcun problema sono Giulia Terzi e Stefano Raimondi, protagonisti dell’ultima giornata del Festival della Cultura Paralimpica in corso a Milano.
In grado di aggiudicarsi complessivamente dodici medaglie alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, i due fuoriclasse del nuoto azzurro hanno investito tempo e sacrifici nel mondo accademico conseguendo entrambi il diploma di laurea.
Come spesso accade in piscina, Giulia non si è accontentata raggiungendo il titolo sia in Scienze politiche che in Giurisprudenza, ultimo del quale ottenuto subito dopo la conclusione dei Giochi: “Per quanto possa sembrare strano, mi è sempre piaciuto studiare anche se è necessario fare molti sacrifici – ha sottolineato la 27enne di Arzago d’Adda -. Ho puntato inizialmente su Scienze politiche perché era presente l’indirizzo di gestione d’impresa e questo sarebbe stato utile per la gestione della ditta di famiglia dove lavoro. La laurea di Giurisprudenza è arrivata invece successivamente, anche perché punto ad avere un piano B una volta conclusa l’esperienza con il nuoto“.
Uniti sia dentro che fuori dal campo di gara, Terzi e Raimondi hanno sempre affrontato con determinazione gli ostacoli posti dalla vita trovando nell’acqua un ambiente in cui vivere al meglio la propria passione e non nascondere la propria disabilità.
“Per quanto siamo diversi sotto molti punti di vista, sappiamo compensarci l’uno con l’altro. Infatti rivedere le gare di Giulia mi fa venire la pelle d’oca più che riguardare le mie – ha raccontato il 24enne veronese -. Il mio incidente è avvenuto nel 2013 quando, andando con lo scooter a una sagra di paese, sono scivolato in una rotatoria e sono finito sotto un camion. I medici hanno subito detto alla mia famiglia che avrei rischiato l’amputazione dell’arto, tuttavia dopo avere affrontato sei interventi chirurgici sono riuscito a salvare la gamba nonostante una lesione al nervo che porta alla caviglia e che mi impedisce di aver sensibilità“.
Il nuoto ha quindi regalato numerose soddisfazioni ai due atleti tricolori che hanno saputo brillare anche ai recenti Campionati Mondiali andati in scena a Funchal e che hanno visto la Nazionale Italiana confermarsi ai vertici iridati.
“L’acqua è per me una seconda casa. Quando ho iniziato a nuotare nel 2018, ho provato le stesse emozioni che provavo con la ginnastica, tant’è che la piscina è diventata quasi uno strumento dove allenarmi, cantare e ripetere le lezioni universitarie, oltre che una seconda famiglia con amici e tecnici – ha concluso Terzi -. Ai Mondiali non mi sarei mai aspettato di diventare portabandiera. Alla vigilia dei Mondiali il pomeriggio c’è stata una riunione con il presidente Roberto Baroni e il direttore tecnico Riccardo Vernole i quali hanno deciso di affidare a me e a Simone Baarlam. Poter vivere questa esperienza con lui è stato un valore aggiunto in quanto mio compagno di squadra“.