Il terzo tempo dopo il terzo pareggio consecutivo casalingo si svolge all’insegna della sobrietà. Una sobrietà dettata dal cuore e dalle circostanze. Dagli spogliatoi alla sala stampa fino al punto d’incontro per pubblico e amici passa l’annuncio affidato alle parole di Gianfranco Andreoletti. Emiliano Mondonico, il profeta del calcio nobile e della filosofia applicata al rettangolo di gioco, il quale ha voluto sposare la causa dell’Albinoleffe rinnovandola in una calda sera d’estate nella sua cascina di Rivolta d’Adda affollata di amici e a braccetto con il complesso “I Nomadi”, si fa momentaneamente da parte per affrontare una partita che il presidente definisce “difficile”. Problemi di salute hanno consigliato, e in definitiva imposto, al mister di lasciare la panchina per dedicarsi a risolverli. La speranza e l’augurio è che possa riuscirci nel tempo più breve e con pieno successo per tornare a guidare i suoi ragazzi, consapevoli che d’ora in avanti avranno una motivazione in più per onorare la maglia bluceleste. Com’è nel suo stile, Mondo si congeda con discrezione, salutato da un silenzioso quanto unanime applauso degli addetti ai lavori. Qualche ora dopo la società comunica di aver affidato la conduzione tecnica a Daniele Fortunato, suo fedelissimo fin da quando allenava l’Atalanta. Un passaggio di testimone naturale, perché segna una continuità di pensiero e di impostazione dei metodi di preparazione e allenamento, della gestione dello spogliatoio e dei rapporti con i giocatori. In zona terzo tempo si vive un’atmosfera serena perché c’è fiducia di salutare presto il ritorno del mister in panchina. L’Albinoleffe potrà sempre contare sui prodighi consigli e sulle pillole di saggezza di Mondonico. Il legame si fa più forte e solido di prima. Il coro dei sostenitori di Emiliano si leva dalle piazze calcistiche dove ha lasciato il segno e guadagnato consensi ed apprezzamento. Un tifo trasversale, con la sua Bergamo a fare la parte del leone.
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