Calcio: i capitani di serie A reclamano la firma del contratto collettivo

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Ripreso il braccio di ferro tra Associazione Italiana Calciatori e Lega Serie A con il primo organismo che chiede il riconoscimento, e dunque la firma, del contratto collettivo scaduto il 30 giugno 2010, prima dell’inizio del campionato. Damiano Tommasi, presidente di Aic, dice chiaramente che senza la sottoscrizione del documento, sulla base dell’accordo già raggiunto con la Figc, il fischio d’inizio potrebbe slittare. Una presa di posizione che Beretta, presidente di Lega Serie A, interpreta come una minaccia fuori luogo. Sta di fatto che intorno al tavolo nei mesi scorsi si sono seduti tutti, raggiungendo un accordo servito a scongiurare il blocco delle partite nella passata stagione, con impegno a ratificarlo prima del nuovo calcio d’inizio. I calciatori reclamano norme precise e lo fanno in un documento firmato dai capitani delle 20 squadre di serie A, tra cui Totti, Del Piero, Gattuso e Zanetti.

“In occasione dell’inizio della stagione agonistica con la partita della Supercoppa giocata tra Milan ed Inter – si legge nel documento – i calciatori di serie A, come anticipato nei giorni scorsi dal presidente Aic Tommasi, vogliono portare a conoscenza dell’opinione pubblica la sconcertante situazione attualmente in atto per il rinnovo del contratto collettivo”, è l’inizio della lettera. “Gli accordi conclusi tra la delegazione dell’Assocalciatori e la delegazione della Lega serie A e certificati dalla Figc nel mese di dicembre 2010 sono stati disattesi dall’Assemblea delle società con una scelta sorprendente ed inaccettabile. In conseguenza di ciò, permane oggi un inammissibile periodo di deregolamentazione che lede le nostre tutele non di carattere economico e che potrebbe, ai sensi della legge 91/81, mettere in dubbio la validità dei nostri contratti. Per quanto possa sembrare assurdo, l’Italia è oggi l’unico paese calcisticamente evoluto nel quale non esistono precise norme contrattuali in vigore per tutti i tesserati”. “Riteniamo, quindi, che senza la firma dell’accordo collettivo non sia possibile cominciare un nuovo campionato e, per questo motivo, siamo certi che la Lega serie A terrà fede agli impegni assunti sottoscrivendo il contratto già siglato dall’Assocalciatori in data 30 maggio 2011”.

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E a Beretta che stigmatizza l’atteggiamento di 800 giocatori con stipendio medio di oltre un milione di euro all’anno, Damiano Tommasi risponde a stretto giro che non si tratta di questioni economiche, ma solo di sancire il diritto di ciascun giocatore ad allenarsi con la prima squadra, rimandando al mittente le accuse di insensibilità avverso la situazione economica generale.

Consumato il botta e risposta, ci si può solo augurare che le parti si ritrovino a confrontarsi e, facendo prevalere il buon senso, smussare le frizioni. Un duro confronto non farebbe bene né al mondo del calcio, né all’immagine sportiva del Paese.