E’ un giorno di lutto e di dolore per lo sport italiano. Cesare Rubini, il Principe, uno dei più grandi uomini della pallacanestro italiana, è scomparso all’età di 87 anni. “Era una grande persona e un grandissimo personaggio. Solo così puoi spiegarti la sua forza e come sia riuscito a far parte di due Hall of Fame, quella del basket e quello della pallanuoto –è commosso il ricordo di Dino Meneghin, presidente FIP, di Cesare Rubini- E’ stato un innovatore, insieme ad Adolfo Bogoncelli, il presidente all’epoca dell’Olimpia Milano. Ha inventato la pallacanestro moderna, la sua spettacolarizzazione, la creazione della notizia per portare il basket fuori dal basket. Ricordo la sua signorilità, il suo modo di stare in panchina, aveva un carattere forte, decisamente incuteva rispetto, anche solo con la sua presenza e senza proferire parola, ma al contempo era capace di grandi gesti con i suoi giocatori.
“L’ho conosciuto bene in Nazionale – continua Meneghin – Abbiamo vinto insieme la medaglia d’Argento ai Giochi Olimpici e l’Oro agli Europei di Nantes. Durante i tanti Ignis-Simmenthal che abbiamo giocato contro ammiravo la sua personalità, la sua forza, il personaggio pubblico. In Nazionale, quando è diventato responsabile del Settore Squadre Nazionali, ho conosciuto l’uomo ed apprezzato la sua umanità, il suo senso di appartenenza, la disponibilità nei confronti dei giocatori. Di certo non meritava la lenta agonia con cui ci ha lasciati”. Il presidente Dino Meneghin, oltre ad esprimere a nome della Fip il più profondo cordoglio alla famiglia Rubini, ha disposto un minuto di silenzio su tutti i campi per onorarne e commemorarne la memoria.
Rubini rimane l’unico europeo presente in due Hall of Fame: nel 1994 fu eletto nella Naismith Basketball Hall of Fame di Springfield, Massachussetts e nel 2000 è entrato a far parte della International Swimming Hall of Fame. Nel dopoguerra Cesare Rubini fu protagonista in entrambe le discipline, sicuramente in virtù di una struttura atletica di prim’ordine, ma anche perché i due campionati, quello di basket e quello di pallanuoto, coprivano due periodi diversi dell’anno e non si accavallavano: in autunno e in inverno giocava a basket e in estate a pallanuoto. Rubini ha giocato e vinto molto nella sua vita. In entrambi gli sport, la sua attività ha lasciato un segno che va al di là dei campi da gioco. La medaglia d’oro che vinse con la Nazionale di pallanuoto alle Olimpiadi del 1948 a Londra, fu, in campo sportivo, indubbiamente uno dei momenti più suggestivi nell’Italia post-bellica e diede inizio alla leggenda del Settebello. Con il basket, invece, con il suo Simmenthal, come giocatore ed allenatore poi, e con la Nazionale, ha segnato le tappe decisive dell’affermazione del nostro sport in Italia e in Europa.
Nato a Trieste il 2 novembre 1923, di famiglia dalmata, da giocatore di pallanuoto ha vinto 6 scudetti (con la Canottieri Olona di Milano, la Rari Nantes Napoli e il Camogli); ha vestito l’Azzurro 56 volte vincendo, oltre l’Oro olimpico nel 1948, anche l’Oro all’Europeo nel 1947 e il Bronzo ai Giochi Olimpici di Helsinki nel 1952. Nel basket, ha vinto ben 15 titoli (i primi cinque come allenatore-giocatore) tra il 1950 e il 1972 con l’Olimpia Milano. A lui si deve la leggenda delle mitiche “scarpette rosse”. E proprio da allenatore della Simmenthal Milano ha conquistato la prima Coppa Campioni della pallacanestro italiana nel 1966. Con la maglia della Nazionale ha giocato 39 partite, segnato 103 punti e vinto l’Argento al Campionato Europeo di Ginevra nel 1946. In Nazionale come Responsabile del Settore Squadre Nazionali ha vinto l’Argento ai Giochi Olimpici di Mosca 1980, l’Oro all’Europeo di Nantes 1983, il Bronzo agli Europei di Stoccarda 1985, l’Argento all’Europeo di Roma 1991. E’ stato anche Presidente Onorario del Comitato Nazionale Allenatori.
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