Serie A: le zebre hanno imparato a ruggire

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Le zebre hanno imparato a ruggire. La Juventus guarisce dalla “pareggite” e torna a vincere meritatamente contro la Fiorentina (2-1), guadagnando la testa della classifica in attesa che le altre giochino il turno infrasettimanale di campionato. La maglia rosa delle origini juventine non tradisca, perché i bianconeri hanno trasfuso il carattere dell’allenatore Antonio Conte nel loro modo di stare in campo. Allo Juventus Stadium c’è la Fiorentina, che di giocatori di qualità ne ha da vendere e un tecnico, Sinisa Mihajlovic, che al di là delle contestazioni della curva viola, sa il fatto suo. Tuttavia il primo tempo è un monologo assoluto della Juve, con Pirlo che detta i tempi dei passaggi e degli inserimenti e i compagni che esercitano una pressione continua permanendo nella metà campofiorentina. Ne scaturisce una sola rete, quella di Bonucci, che finalizza un’azione innescata da un cross rasoterra di Pirlo dalla lunetta del calcio d’angolo. Poi la squadra di Conte fa vicina al raddoppio in più occasioni. Il 4-2-3-1 vede Storari tra i pali, che non fa rimpiangere Buffon, linea difensiva composta da Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci e Chiellini; Pirlo e Marchisio coppia di centrocampo; Pepe, Vidal e Vucinic a sostegno di Matri, che risulterà decisivo per il successo. Lo schieramento resta invariato fino a una manciata di minuti dal 90’ quando Conte effettua tre cambi tattici per garantire un contenimento più efficace, con l’inserimento di Estigarribia per Vucinic, De Ceglie per Pepe e Pazienza per Vidal. Nei primi 45’ viola inermi e incapaci di una sola azione degna di nota. Il solo rimedio possibile per Mihajlovic si chiama Gilardino. Entra in campo nella ripresa ed è tutta un’altra musica, come se la squadra viola fosse arrivata allo stadio un’ora dopo il fischio d’inizio. Gila arpiona di testa tutti i palloni volanti, crea spazio e superiorità. Un invito a notte per Jovetic che in soli 60 secondi costringe Storari a provare i propri riflessi per alzare in angolo una sua conclusione. L’azione del pari viola al 13’ parte dai piedi di Gilardino che, spostato sulla destra, mette al centro dove Vargas appoggia di tacco per l’accorrente Jovetic, il quale piazza il pallone con forza, eleganza e precisione nell’angolo alla sinistra di Storari, inutilmente proteso. Sembra l’inizio dell’ennesimo incubo per Antonio Conte, ma la squadra bianconera riprende in mano la partita e al 20’ da un’azione insistita di Pepe, che supera la barriera difensiva fiorentina con un tocca in profondità, nasce l’assist per Matri che segna il 2-1. L’ex attaccante del Cagliari sfiora la doppietta a metà ripresa e continua a tenere in apprensione la retroguardia viola. La Juve ritrova la vittoria, ma deve imparare a sfruttare di più la propria superiorità che esprime per lunghi tratti. La Fiorentina è rimandata all’esame del Genoa, con tanti dubbi e due sole certezze, vale a dire quelle di Gilardino e Jovetic

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