Un dramma improvviso getta nel lutto il mondo del pallone. Piermario Morosini, centrocampista del Livorno, nato 25 anni fa a Bergamo, è morto in campo a Pescara alla mezz’ora del primo tempo della gara tra la squadra abruzzese e quella toscana. Il giocatore ha subito un arresto cardiaco e si è accasciato improvvisamente al suolo mentre l’azione di gioco si stava svolgendo lontano. E’ stato visto barcollare, cadere e tentare di rialzarsi, fino a restare esanime a terra. Subito soccorso dal personale sanitario presente allo stadio di Pescara e trasportato all’ospedale cittadino, Morosini non si è più ripreso. La gravità del malore è stata percepita nettamente perché i calciatori in campo hanno richiamato subito l’attenzione dello staff medico e hanno manifestato gesti di disperazione, vedendo che il loro compagno non rispondeva ai tentativi di rianimazione. La gara, che vedeva il Livorno condurre per 2-0 sulla squadra di Zeman, è stata sospesa. Quando è giunta la notizia del decesso, la Federcalcio e il Coni hanno disposto l’immediato stop ai campionati, fermando la partita tra Milan e Genoa che si apprestavano a scendere in campo a San Siro. In segno di lutto, è stato bloccato tutto il programma delle gare di calcio nel Paese. Una decisione che fa onore ai vertici federali e sportivi. Piermario Morosini, cresciuto nel vivaio dell’Atalanta, aveva indossato la maglia della Nazionale Under 21 ed era passato in prestito al Livorno nel mese di gennaio dopo aver iniziato la stagione nell’Udinese, proprietaria del cartellino dal 2005, anno in cui aveva esordito in A e nelle coppe europee. Nel corso della carriera aveva giocato in prestito con Bologna, Reggina, Padova e Vicenza. Straziante il ricordo di Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, che ne ricorda la limpidezza d’animo, la dolcezza e l’educazione. Un ragazzo sereno, nonostante le tragedie che avevano colpito la sua famiglia, con la perdita successiva dei genitori e del fratello e i problemi di salute della sorella. Analoghi sentimenti sono stati espressi dal presidente dell’Udinese, Pozzi. Sgomento, dolore, cordoglio da tutti i protagonisti del calcio e in particolare a Pescara, appena due settimane dopo l’improvvisa scomparsa del preparatore dei portieri del club abruzzese, Franco Mancini. La terribile fine di Piermario Morosini arriva poco tempo dopo i casi del pallavolista Bovolenta, che ha trovato la morte sul parquet, e del giocatore della Premier League Muamba, che invece si è salvato. La cronaca racconta anche delle difficoltà incontrate dall’autoambulanza ad accedere allo stadio perché l’ingresso sarebbe stato ostruito da un’auto della polizia urbana locale. Una tragedia che sconvolge il mondo del calcio e pone dubbi e interrogativi, a partire dalla necessità di disporre in tutti gli impianti sportivi di un defibrillatore. Resta, tuttavia, la certezza che tutti i calciatori vengono sottoposti a severi controlli medici e quasi certamente Morosini è vittima di un evento imponderabile. Sabato 14 aprile, una delle giornate più tristi nella storia del calcio. La redazione di terzotempomagazine