Due ori e mezzo nelle specialità del Tiro mandano in visibilio il Bel Paese, regalando l’immagine più bella e trasparente di quella fetta di sport azzurro che finisce in prima pagina una volta ogni quattro anni e premiando l’impegno, il sacrificio e la passione di atleti veri. Jessica Rossi sbaraglia il campo nel tiro al volo femminile e ha il potere di esaltare il carattere forte e autentico della gente d’Emilia ferita dal terremoto. Niccolò Campriani, ingegnere fiorentino laureato con il massimo dei voti alla West Virgina University, bissa l’argento nella carabina 10 metri salendo sul gradino più alto del podio nella carabina da 50 metri a tre posizioni. Massimo Fabrizi spareggia per l’oro ma si mette al collo l’argento che non lo delude, anzi lo esalta fino all’entusiasmo. Tre limpidi esempi di sport puro di cui potersi vantare. Gli italiani sono da sempre maestri del tiro, contribuiscono ad arricchire il medagliere azzurro ai Giochi Olimpici. Ma stavolta c’è di più, perché la capacità di competere ai massimi livelli dipende solo ed esclusivamente dalle doti e dalla dedizione. E dopo titoli mondiali ed europei che quasi sempre finiscono relegati nelle notizie “brevi”, ecco la copertina a cinque cerchi. Ma, diciamolo con onestà, ne vale la pena.
Ha vent’anni la bella e grintosa cecchina di Crevalcore. Jessica Rossi entra di diritto nella storia dello sport azzurro conquistando l’oro e ottenendo il record del mondo nel tiro al volo, specialità double trap, con 99 colpi a segno su 100. Strabiliante. E pensare che a Pechino 2008, erano bastati 91 piattelli per vincere mentre il precedente primato della slovacca Stefecekova (96/100) risaliva al 2006. Dopo il 75/75 nelle qualificazioni (anche questo primato mondiale riferito alla fase eliminatoria), Jessica continua sicura sbagliando una sola volta. Pensa ai terremotati dell’Emilia e lo fa con emozione e animo sincero, perché la sua famiglia e la sua gente sono impegnati a ricostruire. Anche la medaglia d’oro serve a dare una mano, per non dimenticare e ribadire che con l’impegno e il sacrificio tutto è possibile. Ciò che colpisce è la naturalezza con cui Jessica affronta la gara e il dopo, quasi si trattasse di un successo come i tanti che hanno preceduto la trionfale prova olimpica. Orgogliosi di lei.
Anche Niccolò Campriani passa alla storia ottenendo il primo oro assoluto di un italiano nella carabina e il nuovo record olimpico complessivo (1278,5 punti, quello precedente era 1272). L’azzurro, alla Royal Artillery Barracks, chiude le qualificazioni al comando della classifica generale, con 1180 punti, record olimpico, dei quali: a terra 396, in piedi 390 ed in ginocchio 394. In finale il fiorentino mantiene il vantaggio sui diretti avversari: secondo e medaglia d’argento il sudcoreano Jonghyun Kimlo (1272.5 punti), terzo e medaglia di bronzo lo statunitense Matthew Emmons (1271.3).
La medaglia d’argento del marchigiano Massimo Fabrizi è esaltante, perché frutto di una gara intensissima e tiratissima, condotta testa a testa con il croato Giovanni Cernogoraz e l’australiano Michael Diamond, il quale commette un errore prima della fine della gara. L’azzurro e il croato, appaiati al comando con 146 piattelli, spareggiano e Cernogoraz si aggiudica l’oro quando Fabrizi sbaglia il sesto piattello. Fabrizi, da grande sportivo, dirà che è come aver perso la finale ai calci di rigore, ma ci sta e sorride soddisfatto.