Umberto Marino intervistato a RDS parla dell’Atalanta in Europa, dello Stadio, dell’Under 23 e degli arabi

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RDS è diventata la prima radio che si dedica al calcio legandosi alla Lega Calcio di Serie A. La radio ha cominciato le sue programmazioni proprio con l’inizio del campionato. E tra i primi attori protagonisti del panorama calcistico è stato chiamato per una intervista, il Direttore generale dell’Atalanta, Umberto Marino.

Tante le situazioni messe sul piatto: dal ritorno dell’Atalanta in Europa; alla costruzione del nuovo stadio; l’arrivo della nuova proprietà americana; la seconda squadra che quest’anno parteciperà al campionato di LegaPro; e, infine, un giudizio sulla presenza degli arabi nel mercato del calcio. Ecco la sintesi riproposta e ripresa dal sito della Lega.

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Siamo soltanto all’alba di questo Campionato, il percorso è ancora lungo e sarà una stagione veramente molto impegnativa. Siamo contenti della prima vittoria, ma sappiamo di essere solo all’inizio”. Inizia così Umberto Marino che approccia il discorso sul ritorno dell’Atalanta in Europa.

La scorsa stagione l’Europa ci è mancata, quest’anno siamo tornati. Avevamo il passaporto pronto nel cassetto, come ha detto il mister ai tifosi il giorno del saluto prima dell’inizio del campioanto. Per noi è importante non soltanto per l’aspetto tecnico-sportivo, ma anche per confrontarci con altre realtà europee che ci permettono di crescere e di avere spunti per migliorare il nostro modello, fortunatamente apprezzato in Italia e all’estero“.

Per quanto riguarda l’acquisizione dell’Atalanta da parte degli americani dice: “La struttura societaria è fondamentale, a cominciare dalle risorse umane. La sostenibilità economico-finanziaria è il corollario per rimanere in piedi, per poter gestire in serenità l’azienda Atalanta. Dobbiamo essere competitivi, non soltanto con la squadra in campo, ma anche con la squadra fuori dal campo. Per essere all’altezza è fondamentale avere risorse umane competenti, qualificate e professionali. La famiglia Percassi è il vero valore aggiunto, hanno la duplice veste di imprenditori e di tifosi. Conoscono la realtà calcistica molto bene, conoscono il mondo Atalanta, conoscono Bergamo, e hanno voluto al loro fianco un grandissimo imprenditore e uomo di sport come Stephen Pagliuca e i suoi soci, che si sono impegnati per rendere ancora più competitiva e più forte l’Atalanta anche fuori dal campo. Questo per noi è motivo di grande tranquillità e serenità, perché ci permette di essere competitivi in Italia e in Europa”.

La novità assoluta di quest’anno è la nascita dell’Atalanta U23. “Era l’ultimo tassello che ci mancava, è stato fortemente voluta dai Percassi perché era la continuità di un progetto di crescita tecnico-sportivo, e non solo. I ragazzi che crescono nel nostro settore giovanile avevano bisogno di un ulteriore step di crescita e abbiamo quindi pensato di investire nell’Under23. Giocare in provincia per noi era fondamentale e così abbiamo creato una collaborazione l’USD Caravaggio, che ospiterà le partite casalinghe. Era importante restare sul territorio perché crediamo tanto nella fidelizzazione e a Bergamo il livello è altissimo, quindi volevano rafforzare questo valore per dare un segnale forte alla città e alla provincia”.

Lo stadio è in fase di ultimazione. Si stanno completando i lavori alla Curva Sud (i più complicati in quanti riguardano anche la creazione di un parcheggio sotterraneo). “Iniziamo la terza fase di lavori, dopo la Curva Nord e la Tribuna Rinascimento. È stata ridisegnata la Tribuna Principale e ora procediamo con la Curva Sud, il lavoro più invasivo che ci vedrà coinvolti per 14 mesi. Non verrà soltanto ricostruita la Curva, ma verranno realizzati 400 parcheggi sotterranei e sarà rivista la piazza esterna. È anche un modo per riqualificare il quartiere, rendendolo vivibile e sicuro. La capienza sarà leggermente sotto ai 25mila posti, l’unità di misura giusta per Bergamo. È importante avere stadi a misura delle città, che diano un bel colpo d’occhio anche televisivo“.

Infine Marino dice la sua sull’irrompere degli arabi nel mercato europeo. “La vedo come una grandissima opportunità per il sistema calcio generale e per portare nuove risorse in Europa. Quello che sta facendo l’Arabia Saudita è un po’ quello che faceva la Premier League fino a pochi mesi fa, ora anche loro stanno subendo questo strapotere economico e cercano di limitare i danni chiedendo la chiusura del mercato anticipata. Le stesse domande che facevamo noi, tramite la Lega Serie A, di ridurre il periodo del mercato e chiuderlo prima dell’inizio del Campionato insieme alle altre 4 Leghe principali”. (U.S. Lega)