Blind nuova dimensione del tennis

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Federica Sorrentino

Ciechi e ipovedenti possono giocare a tennis? La risposta è affermativa, grazie al blind tennis,

forbes

disciplina nata a metà degli anni Ottanta in Giappone, che prevede l’uso di una racchetta più corta per colpire una pallina di gommapiuma dotata di sonagli per consentire di individuare la direzione del movimento. Da quest’anno la FISPIC, federazione italiana sport ciechi e ipovedenti del Comitato Italiano Paralimpico, ha assunto l’incarico di sviluppare il blind tennis e per la prima volta indice un raduno collegiale sperimentale, che si svolgerà nei giorni 8 e 9 maggio nel palazzetto di Cenate Sotto in collaborazione con Omero Bergamo. In Italia si svolgono già dei tornei, nel 2019 si è svolto una sorta di campionato italiano di questa disciplina ma non riconosciuto. Si contano una trentina di giocatori che si sono avvicinati al blind tennis, suddiviso in tre categorie: B1, B2 e B3. B1 fa riferimento al cieco assoluto, che deve essere completamente bendato con la mascherina oscurante. Il campo è più stretto rispetto a quello del tennis e tracciato con le linee a rilievo. Viene permesso all’atleta di seguire la pallina di spugna che ricopre il nocciolo di plastica dura, poco più grande di una da ping-pong e contenente dei sonagli (piccoli oggetti metallici) per produrre rumore ed essere individuata. Possiamo immaginarla come un frutto di cedro. La palla corre molto più lentamente e viene permesso di ribatterla anche dopo tre rimbalzi e qualora strisci l’atleta ha la possibilità di alzarla con la racchetta e rinviarla nel campo avversario. Le regole sui rimbalzi cambiano, ma di poco, per le categorie B2 e B3.

Nell’associazione Omero sono presenti tre atleti che si dedicano al blind tennis: Davide Valianti, 31enne di Seriate, originario di Marsala ma da vent’anni residente a Seriate, il quale gioca nella categoria B2; il 26nne Gianluca Cappiello di Lecco, un B3 che dopo l’esperienza con il calcetto e nell’atletica leggera sta testando il blind tennis; e il 14enne bresciano Ettore Ferretti. I tre si allenano nel palazzetto di Scanzorosciate e parteciperanno al raduno collegiale che prevede un massimo di 20 atleti, ai quali la federazione garantisce la copertura delle spese di vitto e alloggio. Ci sono altri ragazzi che vorrebbero avvicinarsi a questa disciplina e, quando partirà un vero e proprio campionato, si studierà il modo per coinvolgerli. Intanto, alle Paralimpiadi estive di Tokio si terrà un torneo dimostrativo di blind tennis con soli atleti nipponici, ma servirà a far conoscere la disciplina.