Aru felice di finire in rosso

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ARUFabio Aru è il trionfatore della Vuelta 2015. La maglia rossa è sua dopo la fantastica prova nella penultima tappa quando stacca nettamente Tom Dumoulin che lo precedeva di soli 6 secondi e alla fine si ritrova sesto in classifica a 3’46” dal leader italiano, preceduto dallo spagnolo Joaquin Rodriguez, secondo a 1’17”, il polacco Majka e i colombiani Quintana e Chaves. Aru sul podio più alto della corsa iberica come Angelo Conterno, primo italiano a vincerla nel 1956, Felice Gimondi (1968), Giovanni Battaglin (1981), Marco Giovannetti (1990) e Vincenzo Nibali (2010). Le premesse per un grande successo di Aur c’erano tutte. Terzo nel 2014 alla sua seconda partecipazione al Giro d’Italia, nel 2015 si è arreso solo a Contador nella corsa rosa. La sua performance nella Vuelta si è rivelata un capolavoro di continuità atletica ma anche di strategia. La tappa decisiva, con quattro gran premi della montagna di prima categoria, viene vinta dallo spagnolo Ruben Plaza, scattato in solitario a oltre cento chilometri dal traguardo della Cercedilla. L’azione di Aru, invece, inizia a cinquanta chilometri dalla conclusione, sulle rampe del seconda salita, il Gpm della Morcuera, dove Dumoulin cede fino a perdere poi progressivamente terreno.

Di Rocco, presidente della federazione ciclistica italiana, parla di vittoria del cuore, dello spirito di squadra (l’Astana) e dell’orgoglio, che esalta anche il valore dell’avversario. Ma è anche la vittoria del ciclismo italiano, che in Spagna si è mostrato competitivo con i giovani Gianluca Brambilla e Moreno Moser, sino a Domenico Pozzovivo, Alessandro De Marchi, Matteo Montaguti, Cataldo e Rosa e tutti gli altri in gara. Un ottimo auspicio in vista degli imminenti Campionati del Mondo a Richmond.

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