Il Moro di Verona e l’alpino di Taggia

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Lo stadio Bentegodi che applaude all’indirizzo di Piermario Morosini è la risposta riparatrice di Verona all’indegno comportamento che un gruppo di ultras mascherati con i colori della Hellas ha inscenato nello stadio di Livorno, offendo la memoria e il valore dello sfortunato calciatore morto per arresto cardiaco in un drammatico sabato pomeriggio a Pescara quando indossava la maglia amaranto. lo striscione dedicato al giocatore del Livorno morto in campo per un arresto cardiaco. I ragazzi delle squadre giovanili della Hellas Verona hanno mostrato lo striscione con la scritta “Moro per sempre con noi” , tornando a sottolinearne il limpido esempio dentro e fuori il terreno di gioco. Verona smacchia il suo vessillo della vergogna dell’offesa arrecata. Ci si attende lo faccia anche Livorno, che nello stesso stadio dello scempio corale contro Morosini ha visto la curva dei supporter toscali voltare le spalle al campo durante il minuto di silenzio in memoria del caporalmaggiore Tiziano Chierotti, l’alpino morto in Afghanistan, cinquantaduesimo soldato tricolore ucciso dall’inizio della missione. Il Livorno Calcio non poteva che dissociarsi da tanta e tale inciviltà, ma lo stadio continua a essere zona franca per i barbari. Chierotti è caduto facendo il suo dovere, un eroe in uniforme come tanti altri eroi che da italiani affrontano le vita con umanità e dignità. Valori evidentemente sconosciuti a chi si reca alla partita. Siamo portati a pensare che Piermario Morosini e Tiziano Chierotti, lassù tra gli angeli, abbiano provato compassione e già perdonato gli autori di tanta infamia. Quaggiù, è nostro dovere bandire definitivamente ogni forza di odio e razzismo e ristabilire la priorità dei principi e valori che devono animare lo sport, ovunque si pratichi.

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