Piccoli diavoli e fantageni

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Cassano_3040707Quante considerazioni potrebbero farsi a valle della tredicesima giornata di campionato, al termine della quale si assiste al cambio di gerarchia in testa al campionato. Che la Juventus fosse prepotentemente in gioco lo si era capito da un po’ e il fatto che dovesse gestire l’emergenza di difensori non avrebbe tratto in inganno. Antonio Conte mette Vidal centrale difensivo e riesce prima a contenere cuore, impeto e corsa del Livorno, poi a colpire inesorabilmente per uscire vittoriosa dallo stadio Armando Picchi, fare paura alla Roma e mantenere le distanze da chi sta alle spalle. Alla vigilia dell’impegno decisivo per la qualificazione agli ottavi di Champions League, la Juventus fa sua una partita non facile, perché il Livorno punta sulle ripartenze che non riesce a concretizzare. Nel primo tempo ci provano Llorente, Pogba e Asamoah. Poi nella ripresa su cross basso di Pogba, Llorente trova la girata vincente. L’attaccante spagnolo serve poi l’assist a Tevez che vale il raddoppio. Quinta vittoria consecutiva dei bianconeri che consentono a Buffon di festeggiare nel migliore dei modi la 500esima partita ufficiale in A.

In attesa del rientro di Francesco Totti, la Roma ritrova Gervinho ma sbatte contro il muro del Cagliari e per la prima volta nella stagione cede il comando della classifica alla Juventus. La tredicesima giornata non porta bene ai giallorossi, che spingono e creano occasioni senza sfruttarle, ma rimediano il terzo pareggio consecutivo conservando l’imbattibilità. La squadra di Garcia dà il meglio nel primo tempo quando Gervinho colpisce il palo con una deviazione di testa e il portiere sardo Abramov salva la porta su tiro frontale di Strootman. Anche De Sanctis fa la sua parte e risulta decisivo quando Ibarbo svetta e lui toglie letteralmente il pallone dall’angolo della rete. L’opposizione di Abramov a un siluro di Maicon e un tiro al volo di Florenzi e un salvataggio sulla linea dello stesso portiere al 91’ raccontano la cronaca del secondo tempo disputato con generosità dai giallorossi, che scalano al secondo posto a un punto dai bianconeri.

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Il Genoa gioca tre quarti di gara con l’uomo in meno ma esce imbattuta da San Siro ridimensionando i diavoli rossoneri, illusi da Kakà sceso in campo con la fascia di capitano e penalizzati dalla goffaggine di Emanuelson, che rovina nella propria area su un avversario causando il penalty trasformato da Gilardino, e dall’errore dal dischetto di Mario Balotelli il quale, dopo essersi procurato il calcio di rigore che costa l’espulsione di Manfredini per fallo da ultimo uomo, passa praticamente il pallone al portiere genoano Perin. Quest’ultimo si scopre fantagenio e folletto: abbranca palloni e quando sembrerebbe fuori causa si scopre fortunato perché le conclusioni a botta sicura finiscono fuori bersaglio. La cosa più bella resta il gol di Kakà, che aggancia con un tocco felpato il pallone lanciatogli in profondità da De Jong in versione Pirlo e fulmina Perin. I 39 tiri in porta dei rossoneri, che comprendono le occasioni capitate sulla testa di Matri, non bastano a vincere e quando nel dopogara si scatena la contestazione dei tifosi, Kaka e Abbiati scendono ancora in campo per placare gli animi. Allegri resta al suo posto in attesa di tempi migliori.

Antonio Cassano punisce il Napoli troppo molle per essere vero, forse con la testa a Dortmund per superare la fase a gironi di Champions. In verità il Parma di Donadoni disputa al San Paolo una gara esemplare per attenzione difensiva e soprattutto per la capacità di incidere in contropiede. Il gol di Fantantonio è il sigillo a una prestazione di grosso livello, come quella di Parolo che dopo la presenza nella Nazionale di Prandelli sembra deciso a convincere il ct a portarlo in Brasile. Una battuta d’arresto per il Napoli, maturata nel modo che tutti hanno potuto vedere, suona come un campanello di allarme per Benitez che deve tornare a infondere fiducia nella sua squadra. Nel posticipo serale domenicale l’Inter non approfitta del passo falso dei partenopei e devono accontentarsi di pareggiare a Bologna. I nerazzurri di Mazzarri, spinti dall’irresistibile Jonathan e dal mobilissimo Palacio, prendono gol in contropiede nel primo tempo da Kone e devono attendere la ripresa per agguantare il pareggio che arriva proprio da un tiro di Jonathan deviato. Due traverse per l’Inter, su calcio di punizione di Guarin prima dell’intervallo e con una mezza girata di Juan Jesus a pochi secondi dal fischio finale. Ma il protagonista del match è il portiere felsineo Curci, che salva a più riprese la porta riscattando gli errori costati la sconfitta a Bergamo nel turno precedente di campionato. Per l’Inter è un passo indietro, mentre il punto conquistato permette al Bologna di abbandonare la terz’ultima piazza e guardare al futuro con ritrovata fiducia.

La Lazio va in difficoltà a Marassi e si salva a 9 secondi dalla fine del tempo di recupero contro la Sampdoria del neoallenatore Sinisa Mihajlovic. I blucerchiati restano in dieci per un piede a martello di Kristicic e, dopo un palo clamoroso della Lazio, si rendono pericolosi con le conclusioni di Gabbiadini. Dopo una di queste passano in vantaggio con Soriano al termine di un’azione carambolesca. Quando Mihajlovic  è pronto a festeggiare l’esordio vincente, Cana rimette il risultato in parità e regala respiro a Petkovic. L’Udinese gioca a modo suo e si aggiudica il difficile confronto con la Fiorentina grazie a un gol di Heutreaux su calcio di punizione tagliato dal piede di Di Natale. Ma nel primo tempo il tabellini riporra i salvataggi su Giuseppe Rossi, Cuadrado e Aquilani. Nella ripresa invece è Neto a limitare il passivo a carico dei viola.

Quaterna del Torino al Catania, che ormai non ricorda neppure da lontano la squadra brillante della passata stagione. Immobile apre la serie di marcature approfittando di su errore di Legrottaglie, poi El Kaddouri raddoppia approfittando di un assist involontario di un avversario. Leto riapre il match per i siciliani fino al colpo vincente di testa di Moretti, che precede la doppietta personale di El Kaddouri. Il Verona, squadra rivelazione della prima parte di campionato, paga dazio al derby del Bentegodi venendo sconfitto dai cugini del Chievo con un gol di Lazarevic nelle ultimissime battute. Un ko amaro per Mandorlini, uno scatto d’orgoglio e fiducia per Corini richiamato sulla panchina dei clivensi per tentare di risalire la classifica.

Risultati 13a giornata: Verona-Chievo 0-1 Milan-Genoa 1-1 Napoli-Parma 0-1 Livorno-Juventus 0-2 Sampdoria-Lazio 1-1 Sassuolo-Atalanta 2-0 Torino-Catania 4-1 Bologna-Inter 1-1 Roma-Cagliari 0-0

Classifica: Juventus 34 Roma 33 Napoli 28 Inter 26 Fiorentina 24 Verona 22 Genoa 18 Lazio 17 Parma Atalanta Udinese 16 Torino 15 Milan Cagliari 14 Sassuolo 13 Livorno 12 Bologna 11 Sampdoria 10 Chievo Catania 9