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Il pugile zingaro

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a cura della Redazione

Il termine Porrajmos, la cui traduzione letterale è “annientamento, distruzione”, indica la persecuzione e lo sterminio degli zingari compiuto dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e a livello internazionale viene ricordato il 2 di agosto. In tale occasione, la compagnia bergamasca Pandemonium Teatro ha messo in scena al Lazzaretto di Bergamo lo spettacolo dal titolo “Via da lì. Storia del pugile zingaro”.

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Lo spettacolo racconta il sogno avverato di Johann Trollmann, detto Rukeli, il primo pugile sinti a diventare professionista nella Germania nazista, e allo stesso tempo le difficoltà di quella realtà. Rukeli fu un vero fuoriclasse, inventore del famoso “gioco di gambe” che in quel periodo, andava controcorrente rispetto alla consuetudine secondo la quale il “vero pugile” era chi stava fermo al centro del ring e tirava pugni basando il suo stile solo su forza e virilità. Il ballerino zingaro non poteva certo essere il campione in quel mondo.

Nato nel 1907 in Bassa Sassonia da una famiglia sinti, cominciò a tirare a 8 anni, seguito da un allenatore ebreo, fino a diventare uno dei pugili più richiesti del panorama tedesco. Fisico asciutto e scultoreo, era così lontano dalle caratteristiche estetiche tanto amate da Hitler. Trollmann er un pugile moderno, assimilabile per stile a Muhammad Ali.

Una storia incredibile, dove sport, successo, politica, Storia, passione si abbracciano togliendo il respiro. Una “piccola” vicenda umana che racconta una delle più grandi tragedie dell’umanità. Una storia, però, che parla di come lo sport riesca a farci crescere e cambiare, di cosa voglia dire convivere con la propria identità e diversità e di come un sogno possa sfidare i pregiudizi.

“La storia del pugile Johann Rukeli Trollmann è la storia che tutti gli attori vorrebbero raccontare. È la storia che tutti vorrebbero ascoltare. Anche chi odia la boxe ma ama il teatro. Anche chi odia il teatro ma ama la boxe. Perché è la storia di un campione di pugilato che, all’apice della sua carriera, deve affrontare il più terribile degli avversari – afferma Walter Maconi, attore e regista di Via da lì – Perché è la storia di un campione di pugilato che decide di salire sul ring sapendo che la sua sconfitta è già stata decisa. Perché è la storia di un uomo che ha avuto il coraggio di non indietreggiare davanti al grande male del Novecento.”