Atletica: azzurri senza vittorie

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TroestL’Italia chiude al settimo posto l’Europeo di atletica leggera a squadre 2013, disputatosi a Gatesheadin Gran Bretagna). Successo alla Russia, che si conferma sul trono continentale superando di soli sette punti (354.5 contro 347.5) la Germania; terzo posto per la Gran Bretagna, paese ospitante. Gli azzurri guadagnano una posizione rispetto all’edizione di Stoccolma 2011, quando furono ottavi. A livello individuale la manifestazione – avversata dalla pioggia, che ha costretto gli organizzatori a spostare al coperto le prove di alto donne e asta uomini – si chiude senza un successo italiano. In compenso sono arrivati due secondi posti, ad opera di Giuseppe Gibilisco nell’asta (5,60, sconfitto dal campione olimpico, il francese Renaud Lavillenie, 5,77) e Alessia Trost nell’alto (1,92, battuta dalla russa Maria Kuchina, 1,98). Quarti posti per Chiara Rosa nel getto del peso (17,18), Libania Grenot nei 200 metri (23.29, +0.7) e Margherita Magnani (1500 metri, 4:11.01). Tra le altre prestazioni degli azzurri, da segnalare i quinti posti di Veronica Borsi nei 100hs (13.01 ventoso, +2.6), e di Davide Manenti nei 200m (20.78, +2.4; in questa gara, anche il 20.27 del francese Christophe Lemaitre).

Il top della prima parte di giornata arriva da Giuseppe Gibilisco. L’astista siracusano conferma quanto di buono fatto vedere al Golden Gala Pietro Mennea, centrando (con 5,60) un eccellente secondo posto alle spalle del solo Renaud Lavillenie. Lo sprint regala la volata regale, sotto la pioggia, di Christophe Lemaitre, che chiude i 200 metri in 20.28, aiutato da un vento oltre la norma (+2.4). Nella sua scia si batte bene anche Davide Manenti, che dalla settima corsia è costretto però a fare da punto di riferimento nella curva: alla fine il piemontese è quarto (quinto nel computo complessivo delle due serie) con 20.78, crono che ne conferma il buon momento e la discreta competitività internazionale. Il mezzo giro al femminile mette in mostra una buona Libania Grenot: l’azzurra è quarta in 23.29 (+0.7, vittoria all’ucraina Ryemyen, 22.80), riuscendo a destreggiarsi nel confronto con le avversarie malgrado la scomoda seconda corsia. La provva di getto del peso donne, interrotta per la pioggia e ripresa su una pedana a dir poco insidiosa, diventa una gara d’equilibrio, oltre che di forza. Chiara Rosa è abile a gestire la situazione, cogliendo un quarto posto importante ai fini della classifica.

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Chi invece non riesce a trovare la soluzione ad un vero e proprio enigma tattico è Daniele Meucci nei 3000 metri. Il pisano, visto il ritmo sonnolento dell’avvio, prova in un paio di occasioni ad animare la gara, senza però trovare la strada giusta. Alla fine, la prova diventa il classico 400 metri lanciato, nel quale Meucci non riesce ad esaltare le sue qualità. Vince il francese Tahri (8:05.31), con l’italiano nono (8:06.46). Nel lungo donne l’esordio di Daria Derkach è super per almeno due turni (6,21 la misura migliore, vento -0.3); poi la campana deve subire la rimonta della britannica Proctor e della tedesca Moguenara, che la ricacciano indietro in classifica. Alla fine è sesta, per una “prima” comunque positiva nella gara che vede, a sorpresa, la sconfitta della russa Darya Klishina, superata di un solo centimetro dalla francese Lesueur (6,44 contro 6,43).

In chiusura, il secondo posto di una Alessia Trost apparsa rigenerata rispetto alle uscite del Golden Gala Pietro Mennea e dei campionati Promesse di Rieti. La friulana è seconda nel salto in alto, superando per la prima volta in stagione quota 1,90 (1,92 la sua misura, ottenuta alla prima prova). A batterla è la sola russa Maria Kuchina, l’avversaria di una vita nel giovanile, unica a lasciare sui ritti l’asticella issata a 1,95 (per poi migliorarsi fino a 1,98 a gara già vinta). Ma alla Trost va come consolazione l’aver mancato di pochissimo la misura, soprattutto nel terzo tentativo, fallito per un contatto dei polpacci. Segnali decisamente incoraggianti per una ragazza che è cresciuta molto in allenamento, nel corso della primavera, e che sta vivendo un’ovvia fase di stabilizzazione.

La classifica finale vede l’Italia al settimo posto, un gradino più su rispetto all’edizione di Stoccolma 2011, quando gli azzurri terminarono ottavi. Titolo alla Russia, che si conferma sul gradino più alto del podio, seppure in questa occasione di soli sette punti rispetto alla Germania (354.5 contro 347.5; due anni fa il distacco fu di oltre 50 punti). La Gran Bretagna è terza (338), davanti a Francia (310.5), Polonia (305.5), Ucraina (291.5), Italia (260.5), Spagna (251), Turchia (197.5), Bielorussia (155.5), Grecia (152) e Norvegia (137). Per le ultime tre, retrocessione nella First League. (fonte: fidal)