Due prestigiose medaglie per l’Italia nella seconda giornata ai Campionati Europei indoor di Goteborg: l’oro di Daniele Greco nel salto triplo (ottenuto con la misura di 17,70, mondiale stagionale, tre soli centimetri meno del primato italiano di Fabrizio Donato) e il bronzo di Michael Tumi nei 60 metri (6.52, oro al francese Vicaut, argento al britannico Dasalou, entrambi accreditati di 6.48). Un tumulto di emozioni nella gara di Greco, menomato in avvio dai postumi di una problema alla caviglia sinistra, quella di stacco. Il salto decisivo arriva nel quarto turno, segnando, viste anche le difficoltà degli avversari, la chiusura anticipata della gara. Tumi è stato bravo ad avvicinare il suo recente record italiano (il 6.51 di Ancona), ma probabilmente non ha ottenuto ciò che avrebbe davvero voluto, ovvero il trono europeo. Settimo posto nella finale dei 1500 metri per la giovane Giulia Viola, e quinto posto per un grande Gianmarco Tamberi nell’alto, capace di arrampicarsi a 2,29 e di lottare fino a 2,33 con gli avversari per le medaglie.
E’ lunghissimo, il balzo di Greco: 17,70, misura che rappresenta una sorta di conclusione anticipata della gara. Greco è campione d’Europa, porta il primo oro italiano nella XXXII edizione dei Campionati Europei indoor, il 27esimo nella storia della manifestazione, il secondo nella storia della specialità per i colori azzurri dopo quello di Fabrizio Donato a Torino 2009, il terzo tra uomini e donne, considerando quello di Simona La Mantia a Parigi 2011. Greco manca il primato italiano dell’amico Fabrizio di 3 soli centimetri, avvicinando il 17,73 che regalò l’argento europeo a Donato due anni fa, costringendo il francese Tamgho al record del mondo per batterlo; e, per concludere l’analisi statistica, fissa il mondiale stagionale 2013. L’acuto è il vertice di una gara tutta sopra i 17 metri, cominciata a 17,00, proseguita con un nullo, e con un 17,15, rintuzzando i tentativi di rimonta dei russi Samitov e Fyodorov, alla fine argento e bronzo con 17,30 e 17,12. Uomo di fede, Daniele Greco. Fede profonda, sincera. Come testimoniato dalla maglia indossata nel giro d’onore: Jesus lives in me, Gesù vive in me, la scritta sul petto. L’atletica italiana ha oggi un uomo in grado di guardare alla scena mondiale con aspirazioni da protagonista. Fino a Rio, ed oltre. (fonte: Fidal)