Addio al calcio english style

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Ferguson e BeckhamI monumenti del calcio inglese abbandonano la scena. Per Sir Alex Ferguson, una vita sulla panchina del Manchester United, e David Beckham, diventato ambasciatore del football d’oltremanica, è giunto il momento di congedarsi. L’annuncio a pochi giorni l’uno dall’altro. Si chiudono due pagine straordinarie, per diversi motivi. Il tecnico dello United è un simbolo di longevità ma anche e soprattutto di stile e competenza, equilibrio e capacità di reggere le redini di una delle squadre più titolate e ambiziose del Regno Unito. Il calciatore ha unito l’immagine alle doti tecniche diventando un uomo mercato per tutte le stagioni. Ferguson si è congedato dallo stadio Old Trafford vincendo l’ultima partita con il Manchester United, che ha guidato per ben 26 anni e condotto anche in questa stagione alla conquista del titolo inglese. In panchina ha collezionato 902 vittorie! Beckham ha vissuto anni glorioso con la maglia del Manchester United, sotto la guida di Sir Alex Ferguson. Poi ha vinto in Spagna con il Real Madrid, si è concesso l’avventura americana con i Los Angeles Galaxy, due parentesi con il Milan, la seconda delle quali interrotta dall’infortunio al tendine d’Achille, e infine l’esperienza francese culminata con la conquista dello scudetto giocando nel Paris Saint-Germain di Carlo Ancelotti. A 38 anni poteva bastare. Beckham ha debuttato con la maglia dei Red Devils il 7 dicembre ’94, conquistando sei Premier League, due FA Cup e, dopo il debutto con la nazionale inglese nel settembre ’96, la Champions League nel ’97. Per 59 volte capitano nelle 115 presenze con la nazionale, Beckham è il primo inglese a vincere il campionato in quattro Paesi diversi ma anche il primo a segnare in tre edizioni dei Mondiali e giocare in almeno 100 partite di Champions. Indubbiamente Ferguson e Beckham hanno contrassegnato la storia del calcio inglese degli ultimi 20 anni e sarà difficile avventurarsi in termini di paragone con le stelle nascenti d’oltremanica. Anche perché all’orizzonte, obiettivamente, non si intravedono allenatori inossidabili, né talenti di straordinario impatto sul campo e in termini di look.

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