Champions: Milan ai quarti, ma quanta paura.

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Il Milan si qualifica per i quarti di finale di Champions League ed è di nuovo tra le prime otto d’Europa dopo cinque anni. Ma il passaggio del turno è tutt’altro che indolore nella tana dell’Arsenal, che s’impone per 3-0, sfiorando l’impresa dopo lo 0-4 dell’andata a San Siro. Alla fine del primo tempo, con tre gol pesantemente sul groppone, squadra e sostenitori del Milan rivedono i fantasmi di Istanbul, quando i rossoneri si fecero rimontare tre reti perdendo poi la sfida e la coppa contro il Liverpool, o La Coruna, quando ne presero cinque al ritorno. Rossoneri troppo morbidi nei primi 45’, forse psicologicamente troppo sicuri o troppo appagati in virtù dell’ampio vantaggio acquisito all’andata. Sta di fatto che gli inglesi trovano subito il gol con Koscielny, bravo a inserirsi in area su azione da corner e sorprendere una difesa distratta e imbambolata. A metà primo tempo un errato disimpegno difensivo di Emanuelson mette Rosicky nelle condizioni di battere Abbiati, in precedenza superlativo nell’opporsi a un gran tiro di Van Persie diretto all’incrocio dei pali. Al 42’ Oxlade-Chamberlain trova un corridoio per incurearsi in area e finisce steso da Mesbah e Nocerino. Rigore che Van Persie trasforma con una botta imparabile. Le sorti del match potrebbero cambiare a favore del Milan al 45’ con El Shaarawy, smarcato davanti alla porta dell’Arsenal, ma il suo tiro finisce incredibilmente a lato. Le sorti della gara si decidono probabilmente al 13’ della ripresa quando Abbiati compie un doppio intervento da funambolo, respingendo con la gamba destra un tiro di Gervinho deviato da Mexes, e poi opponendosi con la mano al cucchiaio con cui Van Persie cerca di superarlo. Tocca anche al portiere Szczesny sbagliare un rinvio, Ibrahimovic non ne approfitta calciando fuori dallo specchio della porta. Così come Nocerino, solo davanti a Szczesny, tocca tra le mani dell’estremo difensore. Si può affermare che nell’ultima mezz’ora la squadra di Allegri ritrovi fiducia e concentrazione, ma è evidente che l’atteggiamento del primo tempo avrebbe potuto compromettere la stagione, perché una debacle come quella che stava per maturare si sarebbe rivelata una mannaia. Per fortuna c’è Abbiati, che non smentisce le sue straordinarie qualità

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