Segnali russi

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Il campionato europeo di calcio si apre all’insegna della Russia che, dopo il 3-0 in amichevole all’Italia, rifila un poker alla Repubblica Ceca prenotando la promozione al turno successivo. La squadra di Advocaat si conferma rapida e incisiva, sempre pronta a colpire, al punto da poter dire che avrebbe potuto andare a segno altrettante volte. I gol mancati non sono tanto frutto della bravura del portiere Cech, quanto degli errori di mira. Il primo quarto d’ora vede i cechi intraprendenti. A spezzarne l’entusiasmo ci pensa Dzagoev che alla prima vera azione offensiva fa centro raccogliendo il pallone respinto dal palo su colpo di testa di Kerzhakov. Il raddoppio a metà del primo tempo con Shirakov che si inserisce in area sfruttando una verticalizzazione di Arshavin e superando Cech con un elegante tocco sotto. Ad inizio ripresa il ceco Pilar riapre virtualmente la partita ma a dettare il gioco e costruire occasioni da rete è sempre la Russia che ritrova il gol dopo l’ingresso di Pavlyuchenko, bravo a servire l’assist per Dzagoev che firma la doppietta (la prima di un giocatore russo nell’Europeo) e poi implacabile nell’infilare il pallone all’incrocio dei pali. E Cech, va ricordato, non è l’ultimo arrivato tra i pali.

Pari e patta, invece, nella gara inaugurale tra la Polonia, padrona di casa, e la Grecia. La rete di Lewandowski al 17’ illude i polacchi, soprattutto dopo l’espulsione affrettata dell’ellenico Papastathopulos, che rimedia due cartellini gialli. Invece l’ingresso in campo di Papadopoulos, centrale difensivo dello Schalke 04, dà sostanza e robustezza alla difesa della Grecia, quello di Salpingidis cambia il volto della partita, perché segna il gol del pareggio e poi procura il calcio di rigore, facendo espellere il portiere polacco Szczesny per fallo da ultimo uomo, ma Karagounis, campione d’Europa con la propria nazionale nel 2004, si fa parare il tiro dagli undici metri dal portiere di riserva Tyton, che diventa una sorta di eroe nazionale.

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