Tre imprenditori bergamaschi al Giro delle Fiandre, quello dei cicloamatori

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di Gian Battista Gualdi
Quest’anno è stata riproposta la tradizione che vuole, come spesso succede nel Nord Europa, dedicare ai cicloamatori la stessa gara ciclistica dei professionisti. Così dopo due anni di interruzione, causa Covid, ecco La Ronde van Vlaanderen Ciclo, che ha visto alla partenza qualcosa come 16 mila amanti della bicicletta, provenienti da ogni parte del mondo, pronti a intraprendere con entusiasmo il Giro delle Fiandre, in Belgio. Tutti pazzi per quelle brevi e ripide colline delle Ardenne fiamminghe, spesso lastricate in pavé, che sono la caratteristica distintiva del Giro. I cosiddetti “Muri”, luoghi in cui gli spettatori si riuniscono in grandi masse per vedere la gara dei professionisti.


A questa edizione 2022, vi hanno partecipato anche tre imprenditori bergamaschi di Torre Boldone: Gian Battista Gualdi (editore), Bruno Brignoli (dirigente bancario) e Giovanni Zambonelli (albergatore). Il mese precedente lo hanno trascorso praticando una meticolosa preparazione, sulle colline di casa, in vista di quanto li avrebbe aspettati in Belgio. Fra i percorsi proposti, uno (il meno allenato) ha scelto il tratto da 144 chilometri, mentre i più ardimentosi si sono lanciati nel percorso di 179 chilometri, con quei tratti dei muri che arrivano ad avere anche una pendenza del 22 per cento. Più che passione, il cronista la definirebbe pazzia. Uno sforzo simile per la semplice soddisfazione di dire “Io c’ero. Io ce l’ho fatta”.

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Da sinistra: Gian Battista Gualdi, Giovanni Zambonelli e Bruno Brignoli.

Così il 2 aprile i nostri tre amici si sono presentati al via. La sera prima, arrivati a Gent, dove hanno alloggiato per la notte, sono stati accolti da una bella nevicata. Ma i nostri non si sono lasciati intimorire né dal freddo, né dalla tormenta confidando in un rapido cambio del tempo. E così è stato.

 

La gara è andata in scena, il giorno dopo, con l’entusiasmo coinvolgente che travolge tutti sul percorso: ciclisti e pubblico. Quella del Giro delle Fiandre è una vera festa nazionale, dove ai bordi delle strade i cittadini incitano e tifano a gran voce i corridori, indipendentemente dalla provenienza, senza nemmeno conoscerli (un atteggiamento completamente diverso rispetto ai clacson che sulle strade italiane invitano gli amatori dei pedali a “rimanere a casa” perché danno solo fastidio).

Lungo il tragitto non c’è assolutamente un clima da combattimento. Anzi, si cerca di godere il più possibile dei bei paesaggi circostanti e si scattano volentieri fotografie. Si attraversano luoghi non comuni e così belli che a volte li si ammirano solo sulle riviste patinate dedicate al turismo.


Un’emozione infinita. Tutti e tre gli amici bergamaschi hanno vissuto la soddisfazione e la determinazione di non aver mai “messo piede a terra”, nemmeno sulle salite più dure sul pavé, superando molti ciclisti che su quelle salite, invece, si vedevano costretti a spingere a piedi le loro biciclette. Lungo il percorso è stato bello riconoscere, tra le tante lingue parlate, l’idioma italiano e quello del nostro territorio. Di bergamaschi e di italiani ce n’erano tantissimi e tanti anche di Torre Boldone.


“L’insegnamento che ha lasciato in ognuno di noi questa bella esperienza – dicono a conclusione i tre amici – è che solo uscendo dai nostri stretti confini e prendendoci cura di noi stessi, possiamo essere utili anche agli altri. Perché al ritorno ci sentiamo tutti più arricchiti”.