Ciclismo e patto di stabilità

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GF GimondiCi si potrebbe chiedere quale relaziona possa esistere tra la bicicletta e il Patto di Stabilità che impone un tetto alla spesa degli Enti Locali e di conseguenza il mantenimento dell’equilibrio generale della spesa pubblica. E’ presto detto. Laddove persiste una situazione di pericolosità causate da strade groviera, su cui non ci sono fondi sufficienti per riparare o intervenire in modo radicale per il rifacimento e consolidamento della pavimentazione, diventa difficile, se non impossibile, concedere il permesso allo svolgimento di manifestazioni ciclistiche, anche a carattere amatoriale. E’ accaduto per una classica come la Gran Fondo Felice Gimondi, sospesa proprio all’indomani dei festeggiamenti per i 70 anni del campione bergamasco. Un appuntamento tradizionale di mezza primavera che salta l’edizione 2013 per il dissesto che caratterizza alcuni percorsi affascinanti attraversano le valli orobiche, percorribili in sicurezza quando si è al volante di un Suv, certamente meno quando si impugna il manubrio di una bicicletta. E’ un caso, emblematico, e un epilogo triste di una situazione annunciata. E’ accaduto, in modo eclatante, nella provincia di Bergamo. Potrebbe ripetersi ovunque, perdurando lo stato economico non facile per le amministrazione territoriali. L’organizzazione di manifestazioni sportive comporta assunzione di responsabilità e, se non si può essere certi di garantire le condizioni di sicurezza, ne consegue un comprensibile, doloroso passo indietro. Pensiamo a quello che succede sulle nostre strade, con pedoni e ciclisti vittime di automobilisti scorretti e distratti. Diciamo, senza mezzi termini, che così proprio non va bene. Serve uno scatto, non da sprinter ma di volontà e coscienza, perché la bicicletta possa tornare a essere un mezzo evoluto e rispettato, al di là delle piste ciclabili.

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