Non c’è Olimpiade senza sport di base

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“Non ha senso proporre l’organizzazione delle Olimpiadi del 2020, se contestualmente si smantella la partecipazione sportiva di base, il dilettantismo, il carattere popolare di una pratica diffusa, l’identità di un movimento sportivo che costruisce dal basso anche le eccellenze olimpiche e le visibilità internazionali di grande effetto mediatico e organizzativo. Lo spirito olimpico si sviluppa se si valorizza il suo fondamento che è nella partecipazione popolare.”

“Lo sport è socialità, partecipazione, solidarietà; E’ scuola, integrazione, sanità, benessere, rispetto e coscienza civica: per questo va difeso come investimento alla coesione della società e ne va garantito il futuro con maggiore certezza per l’impegno dell’associazionismo, delle Federazioni, dei Comitati territoriali del Coni, del volontariato, orgoglio e risorsa della comunità nazionale.”

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Con questo spirito critico e costruttivo nella ricerca di un più ampio confronto con il Governo e il sistema delle autonomie locali per l’esplodere di una questione sportiva nazionale si è tenuto presso la Cittadella dello Sport di Bergamo il Convegno sul valore sociale e formativo dello sport e sull’autoriforma del Coni.

Incontro voluto dai Presidenti Coni riuniti a Milano presso il Comitato Regionale della Lombardia il 16 dicembre 2011 per discutere della autoriforma Coni che azzera i Comitati territoriali, “struttura fondamentale per organizzare e promuovere sport sul territorio, più in prossimità dei praticanti veri, in dialogo con le scuole e gli enti locali, punto di riferimento delle federazioni e delle società, luogo di formazione di importanti esperienze associative e di volontariato, al cui servizio il Coni dovrebbe operare senza mantenere insostenibili privilegi e costi da verticismi di casta autoreferenziale”

Il giorno che non dovessero più esistere le strutture provinciali dei Coni (attività e sedi) solo alcune federazioni più strutturate saranno in grado di continuare l’attività, mentre per tutte le altre federazioni, discipline sportive associate, enti di promozione, associazioni benemerite, inizierà una fase di rapido e progressivo sgretolamento non avendo più punti di riferimento e di tutela, e tanto meno una sede dove riunirsi.

E’ stato approvato un documento finale in cui si esprime:

un preoccupato invito al Ministro dello Sport e al Parlamento per un indirizzo di correzione e di nuovo impegno che, nella salvaguardia dell’autonomia dello sport e su principi di sussidiarietà e federalismo, promuova un organico processo di riforma di tutto l’Ente, primo tassello di una più ampia riforma dello sport;

una aperta sollecitazione a Regioni, Province, Comuni per una responsabile riflessione sul nuovo ruolo che le autonomie locali devono assumere nel sostenere e promuovere lo Sport e l’associazionismo sportivo locale come servizio sociale necessario per la coesione della società e la sua riqualificazione formativa.

La struttura territoriale del Coni è elemento fondamentale di base per il raggiungimento dei principali obbiettivi di politiche sportive e istituzionali dell’Ente”. Attorno alle strutture territoriali del Coni ruotano le attività dell’intero movimento sportivo nazionale che sul territorio trova più efficace organizzazione nel necessario equilibrio tra iniziative di volontariato ed istituzioni.

Nelle strutture territoriali e nazionali del Coni devono essere avviate azioni di rinnovamento e di apertura attraverso la rivisitazione di statuti e di regole, con limiti di mandato che favoriscano un ampio ricambio generazionale e di genere in modo che la base associativa abbia più peso e voce nell’eleggere i suoi vertici nazionali, rimuovendo i privilegi di superati centralismi e la conservazione di statiche funzioni diventate professioni.

La casta non è certo nei Comitati Provinciali che offrono un servizio su base volontaria e gratuita, creando valore in un servizio civile alimentato dalla grande risorsa del volontariato. La soppressione dei Coni Provinciali è solo un’operazione di immagine che produrrebbe un risparmio di alcuni milioni di Euro (6,5 Milioni pari all’1,6% del bilancio complessivo del Coni, che nell’anno 2011 ha superato i 450 milioni di Euro). Un’operazione che quindi non risolverebbe un eventuale problema di bilancio del Coni.

Il mondo associativo che sostiene la pratica dello sport dilettantistico, consapevole del particolare momento di crisi socio economica che chiede più coesione e impegno, si rende disponibile ad avviare un ampio processo riformatore di strutture e concezioni che coinvolga il rapporto tra società e istituzioni per la salvaguardia della funzione sociale e formativa dello sport.

La presenza dei Coni Provinciali è fondamentale, tra le altre cose, come supporto all’attività sportiva scolastica (Giochi Sportivi Studenteschi, Giochi della Gioventù, Alfabetizzazione Motoria, Giocosport) oltre alle numerose iniziative locali come organizzazione dei corsi di formazione, sportello per consulenza gratuita alle società sportive, feste provinciali dello sport – valorizzazione delle eccellenze del territorio.

E’ fondamentale il confronto democratico all’interno del Coni. Come per l’autoriforma non è accettabile che le nomine calino dall’alto in modo verticistico e autoritario. E’ opportuna la concertazione con i Presidenti Provinciali Coni che rappresentano le realtà territoriali sulla riforma degli Organi Territoriali affinché la stessa, oltre che risultare condivisa, recepisca in toto o in parte le qualificate proposte migliorative, in particolare per la definizione di costi standard e ricerca di economicità di gestione. Allo scopo rinforzano il mandato ai rappresentanti del territorio in seno al C.N. ed alla Giunta, ma chiedono, contemporaneamente, la formazione di un “gruppo di lavoro” a sostegno dei rappresentanti stessi

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