L’amicizia oltre il successo: Goggia e Vonn chiudono il “Festival dello Sport” di Trento

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di Marco Cangelli
L’amicizia nel mondo dello sport appare talvolta una merce particolarmente rara da scovare. La pressione legata alle competizioni e la necessità di primeggiare mettono spesso in discussione i rapporti che si creano fra gli atleti, abituati a condividere fuori dai campi di gara la propria passione e le medesime emozioni.

La dimostrazione che rivalità e amicizia possano convivere è arrivata qualche giorno fa da Roger Federer e Rafa Nadal, tuttavia è soltanto l’ultimo di numerosi esempi che si possano annoverare fra i quali spicca certamente il caso di Sofia Goggia e Lindsey Vonn.

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Vere e proprie icone dello sci alpino mondiale, le due fuoriclasse della discesa libera si sono incontrate a Trento per l’ultimo appuntamento del “Festival dello Sport” organizzato dalla Gazzetta dello Sport e intitolato “Ad alta velocità”.

Un nome più che azzeccato per la 29enne di Astino e la 37enne di Vail, abituate a viaggiare a oltre cento chilometri orari, ma capaci di districarsi nel migliore dei modi sul palco del Teatro Sociale di Trento di fronte alle domande poste da Massimo Gramellini.

Al centro della discussione il legame che unisce le due campionesse olimpiche e che emerse in particolare in occasione della discesa libera di Cortina d’Ampezzo 2019 quando dopo il traguardo Goggia consegnò un mazzo di fiori all’americana.

Un gesto che non ha segnato soltanto un ideale passaggio di consegne, ma che ha rappresentato uno spartiacque per la carriera di entrambe.

Quei fiori rimangono un ricordo speciale. Ero in lacrime perché non volevo smettere e la gara non era andata come volevo. Però quando sono giunta al traguardo e ho visto Sofia, mi sono commossa. Lei e i tifosi hanno reso quel giorno speciale”, ha confessato Vonn a cui hanno fatto da contraltare le parole della Goggia: “Ricordo che quando le diedi fiori, vedendola piangere provai la sua nostalgia come se fosse mia. È il bello che finisci, che sai di aver vissuto. È doloroso, ma sai che è appagante“.

La passione che le ha unite negli ultimi anni ha consentito loro di rimanere vicine anche dopo il ritiro della statunitense che non ha mai smesso di seguire l’amica offrendole consigli ed emozionandosi per le imprese compiute dalla bergamasca, non ultima la medaglia d’argento colta alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022.

Alle ultime Olimpiadi di Pechino, ho commentato la discesa di Sofia per la NBC ed è stato speciale – ha raccontato Vonn -. L’ho chiamata subito dopo quello che ha fatto. Un momento incredibile, quella medaglia d’argento vale davvero oro per tutto quello che c’era dietro. In pochi al mondo avrebbero potuto ottenere un risultato del genere“.

Chi ha creduto fortemente in quel risultato è stata probabilmente la stessa Goggia che, come spiegato più volte nei mesi precedenti, fatica ancora oggi a comprendere quanto compiuto nella prova olimpica, complice i postumi dell’infortunio di Cortina che non sono mancati di farsi sentire sul tracciato cinese.

Quella ha rappresentato per me una vittoria, anche perché non ero del tutto guarita. Tuttavia ho dato tutto, andando oltre il mio limite – ha spiegato Goggia -. Non so come ho fatto, so che quei sedici centesimi mi danno la motivazione per i prossimi obiettivi. La medaglia vale anche più di quella del 2018, ma è un argento e non un oro“.

Se la voglia di salire sul gradino del podio spesso divide, nel caso di Goggia e Vonn è diventato semplicemente uno stimolo per migliorarsi e raggiungere ulteriori traguardi, senza mai dimenticare come al primo posto vadano messi alcuni valori come amicizia e rispetto.

Vincere e il successo sono la mia motivazione, ma non l’unica cosa che conta. Il successo ha significati diversi per le persone – ha concluso la campionessa originaria del Minnesota -. Per me la cosa più importante era dare il 100%, anche perché sapevo che la maggior parte delle volte significava vincere. Non bastano le medaglie a definire il successo“.