Gasperini, dalle figurine Panini all’Atalanta internazionale. Una serata romantica sul calcio

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Immaginate Gasperini bambino che allinea le figurine sul tavolo, mettendole in formazione l’una contro l’altra, a disputare partite facendo scorrere una pallina di carta da una figurina all’altra. Un Subbuteo ante litteram. Qualcuno deve avergli rubato l’idea.

“L’Album dei sogni” non è solo il titolo del libro di Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta dello Sport, è soprattutto la storia di una famiglia, che si innesta nella più ampia storia d’Italia e che dà vita a una storia imprenditoriale. Per noi è la storia che dal 1961 ci tocca da vicino da quando, cioè, è nato il primo Album delle figurine Panini e che continua ancora oggi, con tutte le innovazioni dovute all’adeguamento dei cambiamenti della società e delle società di calcio.

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Ieri sera, giovedì 21 aprile, al Daste, a parlare del libro con Garlando due ospiti d’eccezione: Gianpiero Gasperini e Tullio Gritti. Ed è stato facile scivolare dal piano letterario dell’impianto del libro, alle esperienze personali vissute da Gasperini e Gritti, oggi rispettivamente allenatore e vice dell’Atalanta, ma che alla fine degli anni ’70 erano loro stessi protagonisti come calciatori professionisti.

Il Gasp ragazzino aspettava con trepidazione il lunedì per andare a sfogliare Tuttosport che il papà lasciava sul tavolo, dopo aver messo tra le pagine qualche pacchetto di figurine. “Allora – racconta Gasperininon c’era tutto questo calcio in tv. Si vedeva mezzo tempo di una partita alla tv (la domenica sera alle 19, ndr), tra tutte quelle disputate nel campionato. E, forse, qualche foto sui giornali. Avere davanti a te l’immagine del tuo beniamino ti dava felicità. E se oggi i ragazzini tengono in tasca il telefonino, noi – continua Gasp – avevamo in tasca il pacchetto delle figurine. E con le valide si potevano comprare i gadget. Il più ambito era la borsa Panini, che serviva per metterci scarpe e divisa da calcio”.

La figurina di Gasperini

Poi, Gasperini e Gritti diventano loro stessi la figurina Panini quando approdano in Serie A (Pescara per Gasp, Brescia e Verona per Gritti). “Ogni anno – racconta il mister della Dea – durante il ritiro estivo, una mattina senza preavviso irrompeva il fotografo della Panini. E allora era una festa”.
Garlando sa che l’occasione di avere Gasperini accanto è ghiotta. E non si fa pregare a chiedere cose che c’entrano poco con il libro. Ovviamente le domande cadono sul calcio e sull’Atalanta. Per esempio: i giovani d’oggi sono cambiati?

I giovani oggi sono molto più preparati rispetto ai nostri tempi – risponde Gasperini -. Ma noi a 20 anni ci trovavamo soli a dover affrontare presidenti e dirigenti per fare o rinnovare i contratti. Era una formazione che ti rendeva forte. Oggi ci sono i procuratori e i giovani hanno perso un po’ di quella personalità”.

Luigi Garlando ricorda di quando veniva inviato a Milanello per seguire le vicende del Milan e ogni giorno poteva scegliere chi intervistare, guardare gli allenamenti, parlare con tutti. Oggi i centri sportivi delle squadre professionistiche sono diventati dei fortini inespugnabili. C’è molta distanza. Si tornerà mai indietro?

“A volte è una forma di difesa. Credo – afferma il Gaspche indietro non si tornerà. Potranno riaprirsi le porte ai tifosi per alcune situazioni, una volta passata la pandemia, ma quel tipo di rapporto descritto da Garlando non tornerà più”.

Poi, come spesso accade, il dolce lo trovi in fondo alla tazzina del caffè. Dal libro ormai si è passati all’Atalanta. Da Garlando autore a Garlando intervistatore e da Gasperini ospite a Gasperini intervistato. Come i Panini sono una storia di successo perché hanno avuto la visione di un’idea, che si è trasformata in un successo mondiale, così Gasperini è il visionario che ha visto qualcosa che ha trasformato l’Atalanta in una squadra europea. La storia la fanno i visionari?

Quando sono arrivato a Bergamo – spiega – paragonavo questa città a Bilbao. Un mondo compatto, tifosi-città-settore giovanile. E sono venuto qui per vivere un’esperienza con una squadra di giovani. A Zingonia li vedevo e sembravano usciti da uno stampino: tutti corazzieri. La svolta di Napoli (partita vinta dall’Atalanta, divenuta ormai famosa per aver fatto giocare molti giovani, ndr) ha cambiato una cultura, che Bergamo non aveva e siamo diventati l’Atalanta che siamo. Anche se in questi sei anni l’Atalanta è cambiata molto. È diventata una squadra internazionale. Di bergamasco c’è solo Scalvini. Un conto è avere una squadra di ventenni, un conto di 26enni e un conto di 32enni. Nella vita se stai fermo scivoli; ti devi sempre muovere”.

E Garlando incalza: Iuric, Tudor, Italiano si sono messi a fare il tuo calcio. Quindi devi fare un passo in più…

Questo è un orgoglio per me. Dobbiamo accettare il cambiamento, non c’è l’esclusiva ognuno prende ciò che più gli è congeniale – conclude Gasperini -. Dobbiamo abbinare la passione allo studio per cercare sempre qualcosa di nuovo. E avere tanta umiltà, che significa porsi l’interrogativo: cosa posso fare per… L’Europa ci ha resi più forti, i giocatori sono diventati più bravi, anche se in quest’ultimo periodo non siamo stati bravi. Ma cercheremo di tornare ad esserlo. Dicono che non abbiamo vinto niente, ma abbiamo battuto tutti i record possibili e queste sono già tutte vittorie”.

L’album sfogliato nella sera è stato bellissimo e le figurine sono piaciute. Se dovessimo scegliere un’immagine per l’album della serata, senz’altro riproporremmo la spettacolare rovesciata di Parola, ma questa volta a compiere il gesto metteremmo in copertina Gianpiero Gasperini.

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