La Dea è tornata, Koopmeiners-Boga illuminano il futuro

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La Dea è tornata a livelli alti. Contro la Juve, che si è presentata a Bergamo al massimo delle sue forze schierando il tridente da paura (Dybala, Vlahovic e Morata), una difesa di ferro e un centrocampo rinforzato, ha sfoderato una prestazione super. Lo si vede dai numeri: maggior possesso palla (53 a 47), maggiori tiri (21 a 15), anche se i bianconeri sono stati più pericolosi nei tiri verso la porta e da dentro l’area. Sportiello si è distinto per ben cinque parate importanti.

Ma la pericolosità della Dea si misura nelle 18 occasioni da gol create contro le 14 della Juve. 429 passaggi riusciti (di questi 50 sono del solo Djimsiti) contro i 374. Diciassette i passaggi chiave contro i 13 della squadra di Allegri. La squadra di Gasperini ha ripreso a correre. Contro la Juve si è distinta per i 113,614 chilometri coperti contro i 109,474 della squadra di Allegri.
Parità sui corner 8-8, purtroppo l’ultimo bianconero al 92’ è stato fatale ai nerazzurri. Boga ha già fatto salire lo score dei dribbling: sono stati 11 quelli della Dea contro i 5 della Juve, considerando che loro avevano Dybala che mastica pane e dribbling ogni giorno.

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La Juve si è distinta per passaggi lunghi 34 contro 14. Come a dire che solo così riusciva a superare il centrocampo che ha visto in Freuler e De Roon una diga tornata a livelli pre emergenza.
Una parola va spesa per Koopmeiners, che ha giocato più palloni (76) e percorso più chilometri (12,906), ed è stato anche il più veloce (10,092). Visione di gioco, lanci perfetti e inserimenti da trequartista importanti. Ha dimostrato che in quella posizione, la sua intesa con Boga è migliore di quella che l’ivoriano ha con Muriel. All’inizio è stato messo su Locatelli, che ha impressionato per la corsa (lo juventino ha percorso 13,228 chilometri, una distanza che difficilmente si registra nelle partite).
E che dire di Boga: al di là dei dribbling e delle strappate che sa portare a beneficio della squadra, è curioso notare che ha operato ben 9 recuperi. Di solito è un dato che si iscrive ai giocatori della difesa. Ciò significa che sa fare bene le due fasi e che se intercetta palloni là davanti, tutto diventa più facile.
Nella Juve Danilo, non solo ha realizzato il gol del pareggio, ma ha toccato più palloni (83), operato più passaggi (57). De Light, invece, è stato il difensore che ha fatto più recuperi (9).
Si poteva vincere, se pensiamo a Koopmeiners arrivato in ritardo di pochi centesimi con l’appuntamento della palla davanti alla linea di porta, se pensiamo ad Hateboer che ha colpito la traversa a porta sguarnita, ma il pareggio tutto sommato sembra un risultato giusto per quanto si è visto in campo.

Se pensiamo, invece, ai soliti pasticci del Var diciamo che è arrivata l’ora di togliere quel potere sulla partita da parte degli arbitri. Il gioco del calcio è dei giocatori, degli allenatori e del pubblico. Ogni domenica se ne vedono di tutti i colori. E non passa settimana che non vi sia qualcuno che si lamenti pesantemente. Non solo l’Atalanta. Il sistema dell’applicazione tecnologica è da rivedere, se non da rifondare.